Centro Hurtado di Scampia, esistere e non più resistere a Scampia.
Prevenzione del disagio, formazione e lavoro. Queste le tre parole chiave del progetto che interessa il quartiere di Scampia, con sede in viale della resistenza nr. 27.
Un progetto che mira a valorizzare le risorse umane del territorio, a formarle ed, altresì, lavora quotidianamente per sconfiggere quel pregiudizio che ancora traspare nella società odierna. Intitolato al Santo cileno Alberto Hurtado, un gesuita che ha speso la vita per la popolazione più povera del proprio paese, coniugando ispirazione evangelica, azione diretta e riflessione sulle cause del sottosviluppo.
Abbiamo incontrato Graziano Calci, responsabile del Centro Hurtado, che ci ha raccontato le attività del centro e le esigenze del territorio.
“Da 20 anni a questa parte stiamo cercando di dare possibilità al territorio, la nostra realtà e si occupa di prevenzione del disagio attraverso l’aiuto alle scuole e alle famiglie. Facciamo attività di lettura, di scrittura, con l’aiuto di professori dell’area di Scampia. Poi c’è una attività di formazione professionale: si svolgono due corsi di abbigliamento e di calzatura. Infine un terzo ambito riguardante lo sbocco lavorativo. abbiamo la cooperativa “La roccia” con due laboratori di sartoria e cartotecnica. Attraverso questo cerchiamo di dare una possibilità di dare lavoro onesto pagato regolarmente. Siamo in un quartiere come altri. Noi continuiamo a dare supporto agli ultimi, questo è l’indirizzo di partenza. Cerchiamo di raggiungere coloro che non hanno altre possibilità e cerchiamo di aiutarli a sviluppare le loro potenzialità, attraverso lo studio per esempio della musica.”
Ancora oggi è vivo il pregiudizio nei confronti di chi vive a Scampia ed è forte la volontà di riscatto degli abitanti del quartiere.
“Il pregiudizio è ancora presente. Tante persone sapendo che vengo a Scampia mi dicono ma come fai è pericoloso. A Scampia ci sono sia le case popolari, ma anche palazzine e parchi abitati dalla media borghesia. Sconfiggere il pregiudizio non è facile, anche a causa di fiction come “Gomorra”. Ma c’è una volontà di riscatto, di dimostrare quello che siamo. Spesso le persone che lavorano nella nostra cooperativa vengono scambiate per “poveracci” quando sono persone normali, con dignità. Penso che sia necessario un processo di sviluppo della città nel suo complesso e Scampia deve essere un luogo piacevole dove poter vivere.” – conclude Graziano Calci.