È terminato da poco l’incontro tra il Presidente del Consiglio Mario Draghi e il presidente americano Joe Biden.
È la prima volta che l’attuale premier italiano viene ricevuto alla Casa Bianca, sebbene sia il terzo appuntamento bilaterale tra i due leader.
L’incontro era riservato e dunque non si conoscono i dettagli di ciò di cui hanno discusso Draghi e Biden, sebbene tramite alcune fonti citate dai principali quotidiani nazionali è possibile capire quali possano essere stati i principali temi trattati.
This afternoon, I’m hosting a bilateral meeting with Prime Minister Mario Draghi of Italy at the White House. I look forward to reaffirming the friendship and strong partnership between our two nations and discussing our ongoing support for Ukraine.
— President Biden (@POTUS) May 10, 2022
“Non vedo l’ora di riaffermare l’amicizia e la forte collaborazione tra le nostre due nazioni e di discutere del nostro continuo sostegno all’Ucraina”, ha twittato Biden dall’account presidenziale, dando il benvenuto al presidente del Consiglio, atterrato a Washington alle 11:10 locali, le 17:10 in Italia.
Il presidente statunitense ha poi ricevuto il premier Mario Draghi nello Studio Ovale intorno alle 20, ora italiana. Durante la prima fase dell’incontro, aperta ai giornalisti, Draghi ha pronunciato una frase di forte impatto: “Putin pensava di dividerci, ha fallito”. Biden, invece, nel suo intervento ha espresso un attestato di stima al nostro premier: “C’è una cosa che appezzo di te, il tuo sforzo sin dall’inizio di unire la Nato e l’Unione Europea e ci sei riuscito. Era difficile credere che andassero di pari passo, era più probabile che si dividessero ma tu sei riuscito a farle andare all’unisono”.
Draghi ha poi ribadito la volontà di lavorare per favorire un cessate il fuoco tra le parti e la ripresa dei negoziati. Il Washington Post ha però sottolineato come Biden non si sia accodato a questo passaggio. Il governo statunitense, infatti, è apertamente scettico riguardo le possibilità di una ripresa del dialogo.
Successivamente i giornalisti sono stati accompagnati all’esterno dello Studio Ovale, dove è proseguito a porte chiuse il bilaterale tra i due leader.
Probabilmente è stato proprio il tema dell’invasione russa, cominciata il 24 febbraio, a dominare il bilaterale tra Draghi e Biden. Il governo italiano sta esprimendo posizioni fortemente allineate a quelle dell’Unione Europea e degli Stati Uniti, sebbene il dissenso interno, soprattutto riguardo il tema dell’invio di aiuti militari all’Ucraina, tenga ancora banco, soprattutto per via delle posizioni espresse dal leader della Lega Matteo Salvini e dal leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte.
L’Italia, secondo alcune rilevazioni riportate da ISPI, l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, basate su dati di Eurobarometro, sarebbe tra i paesi più “filorussi” in Europa. Meno del 40% della popolazione italiana, infatti, ritiene che la principale responsabilità per il conflitto in Ucraina sia da attribuire alle autorità russe. Questo sentimento della popolazione è rappresentato, attualmente, soprattutto da Lega e M5S, che stanno esprimendo, fin dall’inizio del conflitto, posizioni cosiddette “pacifiste”.
Tra i temi di cui, secondo i giornali, potrebbero aver discusso Mario Draghi e Joe Biden c’è l’aumento degli aiuti umanitari, economici e militari all’Ucraina. Proprio oggi il presidente statunitense ha firmato una legge che permette di velocizzare il processo di fornitura di armi all’Ucraina, la Ukraine Democracy Defense Lend-Lease Act. La legge è sostanzialmente un aggiornamento di quella che Franklin D. Roosevelt firmò nel 1941 per sostenere in Europa la guerra contro il nazismo – parte di quel sostegno andò anche all’Unione sovietica, invasa dai nazisti. È probabile che durante il bilaterale Biden abbia chiesto un ulteriore impegno da parte di Draghi per quanto concerne l’aumento degli aiuti all’Ucraina.
Una delle questioni che Draghi ha affrontato durante l’incontro è quella dell’energia. Gli Stati Uniti sono uno dei paesi su cui l’Italia conta per differenziare le proprie forniture energetiche, attraverso l’importazione del gas naturale liquefatto, GNL, di produzione americana. Sul tema, comunque, c’è il dissenso di parecchi ambientalisti soprattutto negli Stati Uniti. Uno dei metodi di estrazione del gas più comune nello stato americano, infatti, è quello del fracking, che consiste nello sfruttamento della pressione di un fluido, in genere acqua, per creare e poi propagare una frattura, da cui prende il nome la pratica, in uno strato roccioso nel sottosuolo, e che ha un enorme impatto ambientale. La questione era stata oggetto di dibattito anche durante le primarie del Partito Democratico statunitense nel 2020, che avrebbero deciso lo sfidante del presidente uscente Donald Trump.
È possibile, inoltre, che Draghi abbia nuovamente accennato alla sua proposta riguardo il tetto al prezzo del gas russo, che imporrebbe agli esportatori, e in particolare alla Russia che è il maggiore esportatore di gas verso l’Europa, di vendere il gas al prezzo stabilito dall’acquirente.
L’incontro ha un’importanza vitale per diverse ragioni: rimarcare le posizioni del governo italiano riguardo il pieno sostegno all’Ucraina, rinsaldare il legame con gli Stati Uniti e affermarsi come interlocutori credibili, al pari di Francia e Germania, nel panorama europeo.