Martedì, durante una conferenza organizzata dal Financial Times, Elon Musk ha detto che annullerebbe la decisione di Twitter riguardo la sospensione dell’account dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, se l’acquisizione del social network dovesse andare a buon fine.
“Penso che non sia stato corretto bannare Donald Trump. Penso che sia stato un errore”.
Il CEO di Tesla e SpaceX, tra le altre cose, ha affermato di ritenere che il ban all’ex presidente Trump abbia provocato l’alienazione di una vasta parte del paese, non determinando, inoltre, un’esclusione di Trump dal dibattito pubblico statunitense. Musk ha aggiunto che la decisione presa dall’attuale consiglio di amministrazione di Twitter è stata “moralmente sbagliata e completamente stupida”.
Elon Musk è uno dei più assidui e seguiti utenti di Twitter, e attualmente conta più di 90 milioni di follower. Il mese scorso ha fatto un’offerta agli azionisti di Twitter per rendere il social network privato per una cifra intorno ai 44 miliardi di dollari, con la promessa di renderlo una piattaforma simbolo della libertà di espressione oltre che un’agorà del dibattito pubblico.
Nelle settimane precedenti all’offerta Musk aveva criticato la linea decisionale di Twitter riguardo la moderazione dei contenuti, e pareva fosse nell’aria un commento riguardo l’attuale sospensione dell’ex presidente Trump.
Il 28 aprile Elon Musk aveva pubblicato una discussa vignetta riguardo la polarizzazione della politica statunitense, dovuta soprattutto ad una tendenza del baricentro politico della sinistra allo spostarsi verso l’estremismo. La vignetta ha ricevuto diverse critiche, principalmente per via del fatto che negli Stati Uniti la situazione, secondo alcune analisi, è sostanzialmente opposta a quella dipinta dall’imprenditore sudafricano.
Pare, in effetti, che sebbene Musk sia stato un ardente sostenitore dell’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama, eletto come rappresentante del Partito Democratico, dal 2015 in poi, con la candidatura di Donald Trump, espressa tramite le primarie del Partito Repubblicano, si sia sostanzialmente allontanato dalle sue posizioni progressiste.
La decisione di Elon Musk di annullare la sospensione dell’account Twitter di Donald Trump potrebbe produrre non solo un terremoto politico in vista delle elezioni di midterm a novembre negli Stati Uniti, tramite le quali il popolo statunitense è chiamato a rinnovare l’intera Camera dei Rappresentanti ed un terzo del Senato, ma potrebbe determinare anche un dibattito molto esteso all’interno dell’industria tech americana.
Trump era stato sospeso da Twitter e da altre piattaforme social, tra le quali Facebook, successivamente all’assalto al Congresso degli Stati Uniti del 6 gennaio 2021. Quello che fu definito un “tentato colpo di stato” determinò, già nelle ore seguenti all’assalto, la sospensione degli account social dell’ex presidente e, nelle settimane successive, una richiesta di impeachment da parte della Camera statunitense, che fu respinta dal Senato.
Secondo Musk, comunque, “bannare Trump da Twitter non gli ha tolto la parola”. In effetti, l’ex presidente ha ancora un’enorme influenza sia all’interno del Partito Repubblicano sia nel dibattito politico negli Stati Uniti, e pochi mesi fa ha lanciato la sua piattaforma social che è essenzialmente un clone di Twitter: Truth Social.
Su Truth, però, Trump è seguito da sole 2 milioni di persone, una piccola frazione degli 88 milioni di follower che raggiungeva su Twitter. Sebbene, dunque, l’ex presidente fosse un utente estremamente attivo di Twitter, un suo ritorno sulla piattaforma determinerebbe probabilmente un crollo di Truth Social.
Un eventuale ritorno di Trump su Twitter comunque non avverrebbe nel breve periodo, per ammissione dello stesso Elon Musk. L’accordo per l’acquisto del social network non è ancora completato e secondo fonti vicine all’ex presidente lui non sarebbe intenzionato a tornare sulla piattaforma.