In Italia domenica 12 giugno dalle 7 alle 23 si voterà per i cinque quesiti del referendum abrogativo sulla giustizia e per le elezioni amministrative.
I comuni coinvolti in questa tornata di elezioni amministrative sono 978, di cui 22 capoluoghi di provincia e 4 capoluoghi di regione, e circa 9 milioni di italiani dovranno recarsi alle urne. Le sfide che attirano maggiore interesse sono quelle nei 26 capoluoghi, ma l’esito complessivo di queste elezioni potrebbe determinare profondi cambiamenti di scenario in vista delle elezioni politiche del 2023.
Nelle città con una popolazione superiore ai 15.000 abitanti viene eletto al primo turno il candidato sindaco che ha ottenuto il 50% più uno dei voti. Nel caso questa condizione non dovesse verificarsi si terrà un ballottaggio il 26 giugno tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti al primo turno.
Le alleanze tra i partiti in questa fase storica sono fortemente scosse per via di punti di vista differenti riguardo il ruolo dell’Italia nel conflitto in Ucraina ma anche per naturali divergenze rispetto ad altre questioni di carattere sociale ed economico. Il sistema elettorale misto adottato alle politiche, il cosiddetto Rosatellum – che prende il nome da Ettore Rosato, vicepresidente della Camera dei Deputati e coordinatore nazionale di Italia Viva – premia fortemente le coalizioni di partiti, che si trovano costretti, per fini elettorali, a presentarsi uniti in alleanze spesso non particolarmente comode.
Questa tornata di amministrative rappresenta un terreno di sperimentazione per tutti i partiti, per testare il gradimento dei cittadini non solo rispetto ai candidati proposti ma anche alla coalizione a supporto di quei candidati.
Le due grandi coalizioni che con ogni probabilità si contenderanno la maggioranza in parlamento alle politiche del 2023 sono quelle composte da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, da un lato, e Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, dall’altro. Meriterebbero un capitolo a parte i partiti cosiddetti centristi: Azione, Più Europa e Italia Viva. Se, infatti, Azione e Più Europa hanno già formalmente annunciato un’alleanza in vista delle politiche del 2023, un’eventuale entrata nella coalizione di Italia Viva, il partito fondato dall’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi, non è vista di buon occhio dal segretario di Azione Carlo Calenda, che in più occasioni gli ha rimproverato di «pensare più al business che alla politica».
Alle amministrative le coalizioni si presenteranno sostanzialmente unite, con qualche eccezione.
Coalizione di centrodestra: Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia
La coalizione di centrodestra composta da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia si presenterà compatta in vista delle elezioni amministrative in 20 dei 26 capoluoghi, tra cui 3 dei 4 capoluoghi di regione (Genova, Palermo e L’Aquila). L’unica eccezione è Catanzaro, dove Lega e Forza Italia supportano un candidato diverso da Fratelli d’Italia, che si presenterà dunque separata dagli alleati.
La città in cui si è verificata la spaccatura maggiormente importante è Verona. Il sindaco uscente Federico Sboarina è sostenuto da Lega e Fratelli d’Italia, mentre Forza Italia appoggia Flavio Tosi, ex sindaco di Verona, pur non presentando una lista propria.
Il centrodestra è attraversato da profonde tensioni da qualche tempo, acuite dalla scelta della Lega e di Forza Italia di sostenere il governo di Mario Draghi, a cui Giorgia Meloni, segretario di Fratelli d’Italia, ha scelto di non dare il proprio appoggio. Tuttavia, riguardo le questioni sollevate dal conflitto in Ucraina, tra cui l’invio di armi per sostenere la resistenza ucraina, pare che Fratelli d’Italia sia maggiormente in linea con le scelte del governo.
Il segretario della Lega Matteo Salvini ha commentato le divisioni nel centrodestra in vista del round di elezioni amministrative affermando: «Io lavoro per unire. In qualche comune Fratelli d’Italia ha scelto di dividere il centrodestra e andare da solo. Mi auguro che siano errori di percorso, conto che nei prossimi mesi il centrodestra governi insieme».
Coalizione di centrosinistra: Partito Democratico e Movimento 5 Stelle
Il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle appoggeranno lo stesso candidato in 18 dei 26 capoluoghi, compresi i 4 capoluoghi di regione (Genova, Palermo, L’Aquila e Catanzaro), in cui si vota il 12 giugno. Gli otto capoluoghi in cui il Movimento non presenta il proprio simbolo sono Belluno, Como, Lucca, Monza, Oristano, Parma, Rieti e Verona.
È da sottolineare, comunque, che sebbene a Rieti il partito non presenti il proprio simbolo, una delle liste è composta da attivisti che fanno chiaramente riferimento al partito pentastellato. Inoltre, Giuseppe Conte, ex Presidente del Consiglio e attuale presidente del Movimento 5 Stelle, ha espresso pubblicamente il proprio sostegno al candidato a sindaco di Verona Damiano Tommasi, ex calciatore e per lungo tempo presidente del sindacato dei calciatori, prima del suo ingresso in politica. Tommasi sta conducendo una campagna elettorale anomala, come sottolineato in un articolo del Post, rispetto alle nuove logiche della politica e della sua comunicazione. Nonostante ciò il candidato a sindaco di Verona del centrosinistra pare abbia ottime possibilità di arrivare al ballottaggio, e secondo alcuni sondaggi un’eventuale sfida con il sindaco uscente Federico Sboarina sarebbe un testa a testa.
Come riportato da un’approfondita analisi del Corriere della Sera, il Movimento 5 Stelle presenterà una propria lista in soli 64 dei 978 comuni: il 6.5%. Il partito di Giuseppe Conte paga una presenza non fortemente radicata sul territorio e se, come sembra apparire dai sondaggi, l’alleanza col Partito Democratico nei capoluoghi non dovesse avere successo, la coalizione potrebbe scuotersi, portando ad una clamorosa rottura.
Enrico Letta, segretario del Partito Democratico, ha infatti già spiegato che il voto «sarà un test per verificare se l’idea del campo largo rende le cose migliori per noi».
La futuribile coalizione di centro: Azione, Più Europa e Italia Viva
Si parla da tempo di una possibile coalizione tra i tre partiti di centro in vista delle elezioni politiche del 2023. Eppure in questa tornata di amministrative non pare esserci stato un forte allineamento. La situazione è, infatti, fortemente caotica e i tre partiti viaggiano sostanzialmente in ordine sparso.
Più Europa presenta il proprio simbolo solo in 2 dei 26 capoluoghi al voto: Lucca e Palermo. Lucca è, con riferimento alla futuribile coalizione di centro, un caso eccezionale: è l’unico capuoluogo in cui i simboli di Azione, Più Europa e Italia Viva compaiono a supporto dello stesso candidato, Alberto Veronesi.
Il collocamento politico di Italia Viva è difficile da inquadrare a livello nazionale, e questa situazione di incertezza è rispecchiata anche nella scelta dei candidati supportati alle amministrative. Italia Viva presenta il proprio simbolo solo in 5 dei 26 capoluoghi in cui si vota: Alessandria, Barletta, La Spezia, Lucca e Monza. Il partito presenta una propria lista civica o propri candidati in una lista civica in altri 4 capoluoghi: Como, Pistoia, Rieti e Verona. Tracciare un quadro delle alleanze di Italia Viva nei 26 capoluoghi è particolarmente complesso.
In 6 dei 26 capoluoghi Italia Viva supporta un candidato in coalizione con Azione, ma solo a Barletta, Monza e Lucca i due simboli compaiono a supporto del medesimo candidato.
In 8 dei 26 capoluoghi Italia Viva supporta un candidato in coalizione con il centrosinistra, ma il simbolo compare solo a Monza, per via dell’intenzione espressa dal partito di Renzi di non comparire mai in coalizione con il Movimento 5 Stelle, sebbene abbia espresso il proprio supporto a diversi candidati appoggiati anche dal partito di Giuseppe Conte. A Como, il candidato sindaco Barbara Mighetti è supportata dal Partito Democratico e da una lista civica composta da candidati di Italia Viva e Azione.
In 3 dei 26 capoluoghi Italia Viva supporta un candidato in coalizione con il centrodestra: Catanzaro, Genova e Rieti. Il simbolo, comunque, non compare in nessuno dei tre capoluoghi.
A La Spezia Italia Viva supporta Antonella Franciosi in coalizione con il Partito Socialista Italiano, così come a Pistoia sebbene i due partiti abbiano formato una lista civica comune.
Anche stavolta un discorso a parte merita Verona. Nella città veneta il partito supporta l’ex sindaco Flavio Tosi, in coalizione con Forza Italia, che a Verona non è, a sua volta, in coalizione con Lega e Fratelli d’Italia, che supportano il sindaco uscente Flavio Sboarina.
Per quanto riguarda Azione, il quadro è fortunatamente più chiaro rispetto a quello di Italia Viva ma comunque abbastanza eterogeneo. Azione appoggia candidati sindaco diversi da quelli del centrodestra, del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle, in 12 dei 26 capoluoghi di provincia al voto. In 4 dei 26 capoluoghi – Como, Cuneo, Monza e Piacenza – il partito è alleato col Partito Democratico ma senza il Movimento 5 Stelle. In 3 dei 26 capoluoghi – Padova, Verona e Viterbo – Azione sostiene lo stesso candidato della coalizione di centrosinistra, ma il simbolo, così come promesso, anche in questo caso, dal segretario del partito Carlo Calenda, non compare con quello del Movimento 5 Stelle, sebbene gli interessi evidentemente coincidano. A Genova, invece, Azione supporta il candidato di centrodestra Marco Bucci sebbene il simbolo non venga presentato.