Erdogan: l’ago della bilancia del nuovo scacchiere Mediterraneo. Atene in allerta a seguito dell’operazione militare turca Efeso 2022
Estate torrida per i confini dell’Egeo orientale, persistono le provocazioni del ras turco Recep Tayp Erdogan verso Atene. Alla luce delle nuove sfide nel contesto internazionale, la Turchia continua ad essere tra i principali ospiti dello scacchiere europeo. Nelle ultime settimane, in vista della neo annunciata ricandidatura alle prossime elezioni di metà giugno, la voce di Erdogan sta alzando nuovamente i toni di un incontestabile “revisionismo turco”. Proprio come ha fatto più volte in passato, lanciando fuoco contro l’infedele governo Mitsotakis. Si intensifica così l’affluenza di notizie allarmanti per tutti i media ellenici, soprattutto in seguito alla recente esercitazione militare turca Efeso 2022.
Secondo diverse fonti, tra le quali Kathimerini.gr, la Turchia non mollerà di un centimetro le acque del Mediterraneo. Si tratta della più grande manovra pianificata dall’esercito di Ankara quest’anno, cui prenderanno parte circa 10mila uomini (marina e aviazione). Tra gli invitati durante l’operazione, anche Il ministro della Difesa Hulusi Akar. Alla fine della mobilitazione generale, preoccupa il discorso di Erdogan, il quale ha ribadito le intenzioni della Turchia nell’area : “Esortiamo la Grecia a tenere a bada parole e azioni, a usare la testa e tornare in sé se non vuole pentirsene come avvenuto un secolo fa. Sono serio, non sto scherzando, qualcuno è stato viziato negli anni passati e fino a quando questi vizi non saranno eliminati questo argomento rimane sensibile”
Infine, il presidente turco spiega – “I politici greci mirano a mutare le regole del diritto con dichiarazioni e azioni. E’ inaccettabile che la Turchia non possieda isole a più di due km di distanza dalla propria costa. Mentre la Grecia abbia isole a oltre 600 km dalla terraferma. Ora a causa dell’isola di Castellorizo , pretendono 40mila chilometri quadrati di mare. E’ inaccettabile”. Sono chiare le accuse di Ankara, Atene militarizza le isole vicino casa con l’atteggiamento di un “bullo”. Lamentele con le quali Atene e Cipro hanno grande familiarità. Minacce che ascoltano tradotte quasi quotidianamente, durante i periodi (purtroppo frequenti) di escalation della tensione greco-turca.
Erdogan – L’AKP e il neo-ottomanismo
Can che abbaia non morde – la Turchia resta un vicino speciale, quasi quanto la sua politica in continuo mutamento. La politica estera dell’AKP di Erdogan è descritta come un revisionismo del neo-ottomanismo e della “Blue Homeland”.Quest’ultimo termine, tuttavia, da considerare come una vera filosofia della Turchia moderna. Richiamandosi ad un passato glorioso ed ambizioso, l’espressione è ancora poco accettata ed utilizzato dal retaggio politico turco. Quanto ad Erdogan, la sua politica dalla logica dell’astuta neutralità è ben conosciuta dai vicini ellines, ma continua a sorprendere. Caratteristico il deterioramento dei rapporti cronico tra i due paesi che mette in ombra un nostalgico e rivoluzionario avvicinamento all’UE, ormai scomparso anche esso. Il Partito della giustizia e dello sviluppo tiene le redini dell’estabilshment turco dalla sua fondazione nel 2001.
Retto da membri di vari partiti islamisti conservatori, l’AKP ha vinto più seggi parlamentari di ogni altro partito nelle ultime quattro tornate elettorali del 2002, 2007, 2011 e 2015. Il suo obiettivo: rivoluzionare la Turchia in una nazione musulmana e moderna (pronta a riconquistare l’egida di un tempo).Come ?-seguendo i principi teorizzati grazie all’aiuto di una figura quale il Ministro degli Esteri Ahmet Davutoğlu. Nella sua dottrina della “profondità strategica”, l’AKP ha saputo costruire l’immagine di una Turchia affidabile e matura, sempre più indispensabile per gli equilibri regionali. Nella Turchia moderna, tuttavia, permangono diversi limiti, soprattutto relativi ai livelli di democrazia. Il progetto neo-ottomano, infatti, costringe il governo turco a confrontarsi con situazioni critiche.