Venerdì mattina la Commissione Europea ha raccomandato formalmente l’Ucraina per lo status di paese candidato ad entrare nell’Unione Europea.
La Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha tenuto una conferenza stampa durante la quale ha annunciato la decisione. «Sappiamo tutti che gli ucraini sono pronti a morire per la prospettiva di entrare nell’Unione Europea. Vogliamo che vivano con noi il sogno europeo», ha commentato von der Leyen.
La Commissione ha, inoltre, raccomandato lo status di paese candidato anche per la Moldavia, un paese confinante con l’Ucraina che ha ospitato centinaia di migliaia di rifugiati di guerra, e la cui stabilità è minacciata dalla Russia, a causa soprattutto della piccola repubblica separatista filorussa di Transnistria.
Lo status di paese candidato è stato invece negato alla Georgia, che dovrà aspettare ed accontentarsi, al momento, di una retorica prospettiva di adesione.
La Commissione non ha raccomandato né per l’Ucraina, né per la Moldavia l’imposizione di alcuna condizione da raggiungere o soddisfare per l’acquisizione dello status di paese candidato. Tuttavia, la decisione finale spetterà ai 27 capi di stato e di governo del Consiglio Europeo, che si riuniranno la settimana prossima per discutere della questione.
Giovedì, durante una conferenza stampa congiunta tenuta a Kiev, il Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi, il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz avevano espresso il loro supporto all’Ucraina per quanto riguarda l’ottenimento dello status di paese candidato: un segnale incoraggiante in vista della riunione del Consiglio Europeo.
Sebbene la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen abbia annunciato che non verrà imposta alcuna condizione ad Ucraina e Moldavia per quanto riguarda lo status di paese candidato, l’iter da seguire affinché i due stati possano entrare a far parte dell’Unione Europea potrà essere lungo ed impervio. Questo percorso includerà dei parametri da raggiungere affinché i negoziati di adesione possano avere inizio.
Durante la conferenza stampa, von der Leyen ha utilizzato toni entusiastici nel parlare delle prospettive dell’Ucraina di entrare a far parte dell’Unione Europea, elogiando gli sforzi compiuti finora dal paese per soddisfare gli standard e i valori europei e per adottare le procedure e le normative europee. L’Ucraina ha firmato nel 2016 un accordo di libero scambio con l’Unione Europea, l’Association Agreement, che è stato per buona parte rispettato. L’Ucraina ha, infatti, «implementato il 70% delle regole, degli standard e delle norme previste dall’accordo», secondo quanto detto in conferenza stampa da von der Leyen.
Tuttavia, quando alcuni giornalisti hanno posto delle domande riguardo le condizioni che avrebbero preceduto l’inizio dei negoziati per la membership, von der Leyen ha riconosciuto che ci sarebbe stati dei passaggi da completare, ma che il successo della procedura di adesione sarebbe stato in gran parte determinato dall’Ucraina.
Il giornalista David Carretta, esperto di fatti legati all’Unione Europea, ha commentato la conferenza stampa della Presidente Ursula von der Leyen su Twitter: «Ursula von der Leyen insiste nel dire che ora i progressi sull’adesione dipendono “interamente dall’Ucraina”. Purtroppo non è vero: dipenderà anche dalla Russia e dalla capacità dell’Ue di sostenere l’Ucraina nella guerra». Secondo Carretta, von der Leyen è apparsa abbastanza ripetitiva quando pressata dai giornalisti su temi che non erano strettamente legati al suo discorso preparato. È apparso comunque chiaro che per l’Ucraina non sarà necessario applicare delle riforme per vedersi riconosciuto lo status di paese candidato.