venerdì, Novembre 22, 2024
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“Sì” del Parlamento Europeo: gas e nucleare sono fonti sostenibili

Mercoledì mattina il Parlamento Europeo riunito a Strasburgo, in Francia, ha respinto la proposta di emendare l’atto delegato della Commissione Europea, che prevede l’inserimento di gas e nucleare nell’elenco delle attività economiche eco-sostenibili, la cosiddetta tassonomia green.

I parlamentari a favore della proposta della Commissione Europea, e che hanno dunque respinto l’emendamento, sono stati 328, mentre sono stati 278 quelli favorevoli alla proposta di emendamento e 33 gli astenuti. Sarebbe servita la maggioranza assoluta di 353 voti per bocciare la proposta della Commissione.

Come ha fatto notare, comunque, il giornalista del Foglio David Carretta, la cosiddetta “coalizione Ursula” non è rimasta compatta nel voto di oggi. Sono stati infatti gli «euroscettici» del gruppo ECR, European Conservatives and Reformists Group – Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei, di cui fa parte Fratelli d’Italia, il partito del segretario Giorgia Meloni – e gli «eurofobi» di ID, Identity and Democracy – Identità e Democrazia, di cui fa parte la Lega, il partito del segretario Matteo Salvini – a salvare la tassonomia proposta dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen.

La proposta della Commissione di etichettare gas e nucleare come fonti energetiche sostenibili fa parte di un più ampio piano dell’Unione Europea, il Green Deal europeo, cioè una serie di misure per rendere più sostenibili e meno dannosi per l’ambiente la produzione di energia e lo stile di vita dei cittadini europei. Il Green Deal prevede la classificazione di vari tipi di investimenti energetici come ecosostenibili ed espone regole dettagliate riguardo la loro valutazione. La proposta entrerà in vigore il primo gennaio del 2023 se entro l’11 luglio anche il Consiglio dell’Unione Europea non vi si opporrà.

La tassonomia delle attività economiche sostenibili come fonti energetiche necessarie alla transizione ecologica è pensata per fermare l’attività nota come “greenwashing“, ovvero la diffusa pratica di etichettare erroneamente dei progetti energitici come ecosostenibili. L’Unione Europea, inoltre, avrà a disposizione ulteriore spazio di manovra per sostituire gli idrocarburi provenienti dalla Russia, contribuendo a penalizzare il Cremlino per l’invasione ai danni dell’Ucraina.

La classificazione di gas e nucleare proposta dalla Commissione Europea resta controversa secondo diverse associazioni ambientaliste, tra le quali Green Peace. I critici della proposta ritengono che la classificazione dei progetti che prevedono l’utilizzo di gas ed energia nucleare come “verdi”, dunque ecosostenibili, rientri essa stessa nelle attività di “greenwashing“. Secondo i critici, inoltre, la proposta sarebbe in contrasto con gli sforzi europei di ridurre le emissioni di anidride carbonica del 55% entro il 2030, il cosiddetto piano Fit for 55, e di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.

Pale eoliche sullo sfondo di una centrale nucleare in Germania, dismessa il 31 dicembre 2021. (Julian Stratenschulte/picture alliance/Getty Images)

Il voto del Parlamento Europeo resta comunque storico, ed è probabile che i suoi effetti possano riverberare anche oltre i confini dell’Unione Europea, con possibilità di replica dei progetti europei in ambito ambientale anche in altre parti del mondo.

La nuova classificazione per gas e nucleare garantisce incentivi finanziari ai paesi e alle compagnie europee che decidano di investire in queste fonti energetiche, sebbene, secondo gli oppositori, potrebbe rimandare il definitivo passaggio alle fonti energetiche rinnovabili, tra le quali l’energia eolica e quella solare.

Secondo la Commissione Europea, comunque, sebbene gas e nucleare non siano perfettamente allineati agli obiettivi ambientali europei, rappresentano una risorsa importante per la transizione dall’attuale mix energetico ad un futuro a neutralità carbonica. Il gas è definito dalla Commissione come un combustibile «a basse emissioni»: una definizione accurata se comparato al carbone, che è altamente inquinante.

Gli obiettivi energetici ed ambientali dell’Unione Europea avranno effetto anche nel breve periodo, specialmente riguardo la postura nei confronti della Russia. Attualmente gli stati europei hanno introdotto un embargo nei confronti del carbone proveniente dalla Russia, oltre che un embargo del petrolio previsto dal sesto pacchetto sanzionatorio, che però entrerà in vigore pienamente solo alla fine di quest’anno. L’Unione Europea resta ampiamente dipendente, invece, dal gas russo, ma proprio nella seduta del Parlamento Europeo di mercoledì la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha annunciato che prossimamente l’Unione dovrà prepararsi a un «piano di emergenza» per l’approvvigionamento energetico, in cui si metta in conto anche un taglio totale delle importazioni di gas dalla Russia.

 

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