Il “decreto aiuti” ha ottenuto il via libera alla Camera. Il testo, approvato a Montecitorio con 266 voti a favore e 47 contrari, passa al Senato, dove dovrà essere approvato entro questa settimana, pena la decadenza.
I deputati del Movimento 5 Stelle non hanno partecipato alla votazione finale, lanciando un forte segnale politico di dissenso nei confronti del governo. Giovedì la Camera aveva votato sì alla questione di fiducia posta dal governo Draghi sulla conversione in legge del “decreto aiuti”, con 410 voti favorevoli e 49 contrari.
L’assenza in aula dei deputati del Movimento 5 Stelle è rilevante e rappresenta un’importante frattura nella maggioranza di governo, la cui stabilità, secondo quanto affermato a più riprese dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, verrebbe messa in pericolo dal mancato appoggio del partito dell’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, con riferimento alla presa di posizione dei pentastellati, ha voluto mandare un messaggio chiaro al premier Mario Draghi: «Gli chiediamo di sottrarsi a questa logica politicamente ricattatoria e di prendere atto della situazione che si è creata. Così come siamo stati responsabili nel far nascere il governo, altrettanto lo saremo nell’ultimo scorcio di legislatura».
Giovedì il “decreto aiuti” verrà votato dal Senato, e sarà fondamentale la scelta dei senatori del Movimento di presentarsi o meno in aula.
Il “decreto aiuti” è un decreto legge che prevede aiuti economici alle imprese e alle famiglie per limitare le conseguenze della guerra in Ucraina sull’economia italiana. In particolare, il decreto prevede uno stanziamento di 14 miliardi di euro, in parte finanziato con l’aumento delle tasse sui profitti eccezionali delle imprese energetiche. Tra le misure previste, ci sono un contributo di 200 euro una tantum per tutti i lavoratori e i pensionati con un reddito inferiore ai 35mila euro annui; un’estensione del credito di imposta per le imprese che consumano molto gas ed elettricità; il rinnovo per altri tre mesi dell’intervento economico per le famiglie con redditi più bassi, a protezione del rincaro dell’energia; l’adeguamento dei prezzi per le gare d’appalto (lo Stato coprirà fino al 90 per cento dei costi del rincaro delle materie prime).
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