Durante un attacco compiuto con un drone, gli Stati Uniti hanno ucciso Ayman al-Zawahiri, leader dell’organizzazione terroristica al Qaida e uno dei principali organizzatori degli attentati terroristici dell’11 settembre 2001.
Al-Zawahri si trovava a Kabul, in Afghanistan, nel momento in cui è stato ucciso, al termine di una caccia all’uomo durata 21 anni. La presenza del leader di al Qaida sul territorio dell’Afghanistan getta ulteriori dubbi sul governo dei talebani, mai riconosciuto dalla comunità internazionale. I talebani sono l’organizzazione politica e militare di ideologia fondamentalista islamica che attualmente governa l’Afghanistan conseguentemente al ritiro delle truppe americane dal territorio afghano.
Nel 2020, i talebani avevano firmato a Doha un trattato di pace con gli Stati Uniti che tra le altre cose prevedeva il loro impegno a non permettere che l’Afghanistan diventasse una base di rifugio per i terroristi. La presenza di al-Zawahiri a Kabul implica il mancato rispetto degli accordi di Doha da parte dei talebani, confermato dalla presenza di diversi membri della rete Haqqani – un gruppo di insurrezionalisti islamici molto vicini al governo dei talebani – sul sito dell’attacco, apparentemente per nascondere la presenza di al-Zawahiri.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato l’operazione in un messaggio di sette minuti alla nazione, nel quale, rivolgendosi ai leader e ai membri delle organizzazioni terroristiche ha detto: «Abbiamo messo le cose in chiaro stasera. Non importa quanto tempo ci voglia, non importa dove vi nascondiate, se rappresentate una minaccia per la nostra gente, gli Stati Uniti vi troveranno e vi elimineranno».
Le agenzie di intelligence statunitensi avevano rintracciato la presenza di al-Zawahiri a Kabul all’inizio di quest’anno, e hanno trascorso diversi mesi nel tentativo di determinare se si stesse effettivamente nascondendo in una casa nella capitale afgana. La CIA – Central Intelligence Agency – aveva ricevuto l’autorizzazione a procedere con l’attacco dal presidente Biden circa una settimana fa. Al-Zawahiri è stato colpito da due missili Hellfire mentre si trovava sul balcone della casa in cui aveva trovato rifugio, ed è stato l’unica vittima dell’attacco, secondo quanto affermato dalle autorità statunitensi.
La morte di uno dei principali nemici degli Stati Uniti, quasi 21 anni dopo i tragici eventi dell’11 settembre 2001, rappresenta sicuramente un importante successo dell’amministrazione guidata da Biden, sebbene diverse voci critiche nei confronti del presidente, provenienti soprattutto dal Partito Repubblicano, abbiano sottolineato come la presenza del leader di al Qaida nel territorio afghano sia la prova definitiva dell’errore commesso dal presidente degli Stati Uniti quando decise il ritiro delle forze armate statunitensi dall’Afghanistan.
Secondo altri analisti, invece, il successo dell’attacco compiuto dalla CIA è un indice del fatto che la cosiddetta strategia Over-the-Orizon possa avere successo e che la presenza delle forze armate statunitensi nel territorio dell’Afghanistan era assolutamente non necessaria. Con Over-the-Orizon – oltre l’orizzonte – si intendono operazioni militari lanciate da un territorio al di fuori di quello in cui vengono condotte.
Al-Zawahiri divenne leader dell’organizzazione terroristi al Qaida nel 2011, successivamente all’uccisione di Osama bin Laden, ad Abbottabad, in Pakistan, da parte delle forze armate statunitensi e autorizzata dall’amministrazione guidata dall’allora presidente Barack Obama. Si unì ad al Qaida tra la fine degli anni Novanta e l’inizio degli anni Duemila, unendo il proprio gruppo terroristico, che operava soprattutto tra Medio Oriente ed Africa, al gruppo guidato da bin Laden. Al-Zawahiri divenne il medico personale di Osama bin Laden, oltre che assistente e principale consigliare, ed ebbe un radicale cambiamento di vedute rispetto agli scopi della lotta condotta dalla propria organizzazione terroristica. Le operazioni di al Qaida si concentrarono soprattutto sui nemici geograficamente lontani, ovvero gli Stati Uniti, e non più sui nemici più prossimi, rappresentati dai paesi arabi considerati irrispettosi della legge islamica. In realtà gli insegnamenti islamici proibiscono categoricamente di uccidersi e uccidere persone innocenti, e uno dei compiti di al Zawahiri fu tentare di trovare una giustificazione per i militanti di al Qaida affinché credessero di non violare questa legge.
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