“Elsa, la bimba con gambe e braccia spezzate e fratture mai curate, ora sta migliorando”. L’assessore Luca Trapanese conferma le condizioni della bambina, pronti i percorsi di riabilitazione
“Elsa, la bimba con gambe e braccia spezzate e fratture mai curate, ora sta migliorando, accolta tra le carezze amorevoli dagli operatori della Casa di Matteo, si è inserita ed è serena. Gli assistenti sociali l’hanno salvata. Ma per 9 anni nessuno ha denunciato la sua situazione: familiari, conoscenti, vicini. È il sistema che non funziona e va profondamente cambiato”. Queste le parole di Luca Trapanese, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Napoli e fondatore di “La Casa di Matteo”. Quest’ultima è l’associazione che si sta occupando della piccola Elsa e di tanti altri bambini con disabilità e malattie gravi.
Tratto il nome dalla favola di Frozen, Elsa ha ricominciato a sorridere grazie all’aiuto di numerosi volontari. Attualmente la struttura ospitante, si sta occupando della bambina salvata e di altri 5 bambini in condizioni gravi. Nell’associazione collaborano operatori sanitari ed educatori pronti a ridare ad Elsa e ad i suoi compagni un nuovo futuro. Restano sconcertanti i dettagli riguardanti la sopravvivenza della bambina nell’ hinterland napoletano. “Ancora oggi non si può stendere a causa dei problemi con la spina dorsale”– spiega il Presidente della “Casa di Matteo” Marco Caramanna.
La casa di Matteo e la mancanza delle istituzioni
“La Casa di Matteo è una missione, si investe tutto per i bambini. Non c’è guadagno. Ci sono due sedi: una al Vomero, in via Pigna, l’altra a Bacoli. Ha un equipe sanitaria, fatta da infermieri, e una socio-educativa, fatta da educatori, i quali fanno musico-terapia, sensibilizzazione, affiancamento e coinvolgono i bambini in una serie di attività, nei limiti delle loro possibilità. I vantaggi per i bambini sono notevoli, perché sono stimolati e coccolati, cosa che, per forza di cose, non potrebbero avere in un ospedale, dove mancano gli educatori” – spiega Luca Trapanese.
Secondo l’ assessore, Elsa ha cambiato completamente volto e sta bene. Riceve tutte le cure e le attenzione che la società non ha saputo offrirle. Come spiega Trapanese, ormai tra vicini di casa non ci si conosce e per questo motivo Elsa non è stata mai salvata. Sono mancate le segnalazioni di maltrattamenti e abusi, in quanto le istituzioni erano troppo lontane. Non c’erano nemmeno i vicini, il medico di base o le maestre di scuola. La bambina è vissuta in 4 anni di black out sociale, come molti altri bambini fantasma residenti nei comuni più dimenticati. Dove gli operatori sociali sono troppo pochi e gli enti non parlano tra loro. Di chi è la colpa ?