venerdì, Novembre 22, 2024
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Zelensky al G7: «serve uno scudo aereo sull’Ucraina»

Ieri, martedì 11 ottobre, si è tenuta una riunione straordinaria del G7, il gruppo intergornativo composto dai sette stati economicamente più avanzanti al mondo: Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Canada e Giappone. La riunione era stata concordata tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il cancelliere tedesco Olaf Scholz (la Germania detiene attualmente la presidenza di turno del G7) come conseguenza degli attacchi missilistici di lunedì, durante i quali la Russia aveva colpito infrastrutture critiche e obiettivi civili sul territorio ucraino.

Zelensky ha chiesto ai leader del G7 di fornire all’Ucraina ulteriori sistemi di difesa aerea, ringraziando gli alleati per gli aiuti già forniti ma sottolineando come la nuova natura della guerra di invasione voluta dal presidente russo Vladimir Putin richieda aiuti addizionali.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in alto a sinistra, il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel, in alto a destra, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, in basso a sinistra, e i leader del G7 durante la riunione in videoconferenza di ieri (Associated Press)

La richiesta principale formulata da Zelensky durante il suo discorso è stata quella di nuovi sistemi antimissilistici, con l’obiettivo di creare «uno scudo aereo sull’Ucraina». «Quando l’Ucraina riceverà un numero sufficiente di sistemi di difesa aerea efficienti e moderni, l’elemento chiave del terrore russo – gli attacchi missilistici – smetterà di funzionare», ha detto il presidente ucraino durante la riunione tenutasi in videoconferenza.

Secondo quanto riportato dal Washington Post, che cita una fonte anonima informata dei contenuti della conversazione avvenuta durante la riunione del G7, i leader avrebbero assicurato il loro supporto all’Ucraina, ma non avrebbero discusso i dettagli di un’eventuale espansione degli aiuti forniti al paese aggredito dalla Russia.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha ribadito l’impegno a fornire all’esercito ucraino dei sistemi National Advanced Surface-to-Air Missile System, noti con l’acronimo NASAMS: sistemi sofisticati di difesa aerea a medio raggio, adatti per abbattere obiettivi fra i 20 e i 40 chilometri, che proteggono anche la Casa Bianca. I primi due sistemi NASAMS arriveranno in Ucraina entro novembre, mentre altri sei saranno pronti solo il prossimo anno.

I sistemi NASAMS andranno ad aggiungersi agli S-300, sistemi antiaerei di fabbricazione sovietica forniti ad aprile dalla Slovacchia, e agli IRIS-T, sistemi di difesa aerea ad infrarossi che sono in arrivo in Ucraina dalla Germania nei prossimi giorni, secondo quanto riferito a Reuters dal ministro della Difesa tedesco Christine Lambrecht. Secondo il coordinatore del National Security Council, il Consiglio di Sicurezza nazionale degli Stati Uniti, John Kirby, l’Ucraina ha già elementi nel suo arsenale per costruire una «difesa aerea stratificata», citando proprio i sistemi S-300 e i missili a corto raggio Stingers, forniti dagli Stati Uniti all’inizio del conflitto.

Durante la riunione, Zelensky ha aggiunto di non vedere alcuna possibilità per una negoziazione diplomatica con la Russia in questo momento. Secondo Zelensky «c’è solo una persona che in questo momento sta bloccando la pace, e questa persona è a Mosca», riferendosi al presidente russo Vladimir Putin, e ribandendo che «ci potranno essere dialoghi solo con altri leader della Russia che rispettano la Carta delle Nazioni unite e i principi fondamentali di umanità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina».

Secondo la fonte anonima citata dal Washington Post, i prezzi dell’energia sono stati un altro tema importante della discussione tra i leader del G7, secondo i quali ci sarebbero stati buoni progressi nel ridurre la dipendenza dei paesi europei dal gas russo. Tra i leader, tuttavia, ci sarebbe preoccupazione per il forte aumento di prezzi e ci sarebbe l’auspicio, sempre secondo il funzionario anonimo citato dal quotidiano statunitense, di raggiungere un accordo riguardo un nuovo meccanismo per introdurre un tetto del prezzo al gas e al petrolio. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden avrebbe ribadito la sua disponibilità a supportare il mercato energetico europeo fornendo GNL, gas naturale liquefatto, e avrebbe espresso preoccupazione riguardo i tagli alla produzione di petrolio annunciati dall’OPEC+, l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, tra cui Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, più altri paesi come la Russia, che il 5 ottobre hanno annunciato una riduzione della produzione di greggio pari a 2 milioni di barili al giorno.

Alla fine della riunione, il G7 ha pubblicato un comunicato congiunto di tutti i leader dei paesi membri in cui gli attacchi russi vengono condannati e definiti «crimini di guerra».

 

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