Destra avanti, piazzati i Presidenti della Camera e del Senato. Saranno Lorenzo Fontana per Montecitorio ed Ignazio La Russa eletto a Palazzo Madama. Quali saranno i pro e i contro ?
Elette la seconda e la terza carica dello Stato, Ignazio La Russa presiederà a Palazzo Madama mentre Lorenzo Fontana sarà alla guida di Montecitorio. La nuova legislatura ha visto la prima riunione parlamentare tenersi ieri, apertasi con le votazioni delle camere. Secondo i regolamenti, sono stati eletti senatori e deputati già in carica attraverso uno scrutinio segreto. Nel Senato, nella prima e seconda votazione occorre la maggioranza assoluta dei votanti dell’assemblea (104 voti totali).
Mentre, in caso di terzo ed ulteriore girone, serve la maggioranza dei voti dei presenti in aula ed il ballottaggio tra i due candidati più votati. Invece, per quanto concerne la presidenza della Camera, al primo scrutinio occorre il quorum di almeno 2/3 dell’assemblea.
Il nuovo Parlamento – La composizione dell’arco parlamentare a seguito delle elezioni del 25 settembre prevede la netta maggioranza del Centrodestra. Maggioranza raggiunta sia per la Camera dei Deputati sia per il Senato, i quali vivranno una nuova legislatura più tosto diversa dal. Infatti, con l’insediamento in Parlamento avvenuto ieri, il numero dei deputati e senatori si vedrà diminuito grazie al referendum costituzionale del 2019.
Quest’ultimo, iniziato con il governo Conte, modifica gli articoli 56,57 e 59 della Costituzione. Si effettua così il primo taglio del 36% dei parlamentari, da 630 a 400 per la Camera e da 315 a 200 seggi elettivi al Senato. I membri totali elettivi del Parlamento, sono diminuiti da 945 a 600. Quanto ai Senatori a vita di nomina presidenziale, potranno essere al massimo cinque.
Lorenzo Fontana nuovo “presidente di tutti”, il punto della situazione
Ecco i profili dei nuovi Presidenti di Camera e Senato, anche loro non hanno fatto eccezione, alta disapprovazione dell’opposizione:
Il neo eletto presidente della Camera è Lorenzo Fontana, ex vice segretario di Lega e fedelissimo di Salvini. Su di lui si è già aperto il dibattito per la brutta accoglienza a Montecitiorio da parte di Zan e Scarpa. I due dem hanno dispiegato uno striscione con citato “No a un presidente omofobo e pro-Putin”. Ma perché tanta sfacciataggine ?. La risposta non risiede nel suo forte attaccmento alla curva sud del Verona, ma piuttosto nelle sue abitudini di estrema destra ed in vecchie dichiarazioni. Grazie alla lunga militanza nella lega, l’ex deputato è stato sostenuto dalla maggioranza di destra con 222 voti.(superando il quorum di 197). Durante il periodo di conoscenze con quella che gli varrà come ” la politica di tutti”, Fontana ha dato prova della sua posizione ultraconservatrice su temi come l’antiabortismo, antieutanasia e anti-gender.
Non sono mancate le partecipazioni al Congresso Mondiale delle famiglie del 2019 (contro l’aborto e anti- LGBT+) e alle manifestazioni del Comitato No194. Quanto al pro-putinismo, Lorenzo Fontana ha sostenuto fino al 2018 la campagna politica dello Zar e avrebbe anche partecipato alla campagna per negare le sanzioni economica alla Russia pre-bellum. I lati positivi della sua elezione, beh, apprezzeranno gli ultra cattolici Provitaefamiglia. Riguardo il discorso d’apertura di oggi, si spera nella sua proprietà di bilanciare “Le diverse volontà dei cittadini” – ipse dixit.
Ignazio La Russa, il colpo di scena al Senato e l’astensione di FI
Fumata nera per Silvio e Forza Italia, Ignazio La Russa è stato eletto come nuovo presidente di Palazzo Madama alla prima chiama con 116 voti. Non è bastata l’astensione di 16 senatori su 18 guidati da Berlusconi. Elezione completata grazie alla mano aiutante dell’opposizione. Secondo i media, l’accordo di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia per l’elezione di La Russa sarebbe avvenuto con fatica. Per quanto riguarda l’esperienza del nuovo Presidente del Senato, non manca e l’Italia lo conosce bene. Oltre ad essere stato ministro della Difesa per tre anni nell’ultimo governo Berlusconi, La Russa è stato vicepresidente sia della Camera che del Senato. In seguito, nel 2012, La Russa uscì dal PdL berlusconiano e fondò Fratelli d’Italia insieme a Giorgia Meloni.
Di certo il profilo dell’ex fidato di Berlusconi (coinvolto ora nello scandalo del bigliettino rivolto alla Meloni) lo si riconosce per le numerose sfuriate verso i giornalisti e per le proprie radici risalenti alla nomina dell’MSI. Esatto, un cambiamento inaspettato, dai discorsi tenuti da Liliana Segre alla simpatie per l’estrema destra.