Lunedì mattina la Russia ha attaccato Kiev, la capitale dell’Ucraina, con dei droni di fabbricazione iraniana, causando la morte di almeno tre persone.
«Tutta la notte e tutto il giorno, il nemico terrorizza la popolazione civile», ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un messaggio postato sul suo canale Telegram, aggiungendo che «droni kamikaze e missili stanno colpendo in tutta l’Ucraina. Un edificio residenziale è stato colpito a Kiev. Il nemico può attaccare le nostre città, ma non sarà in grado di piegarci».
AFP's @YasuyoshiChiba captured the moment a drone approached to attack Kyiv, and the immediate aftermath of the strikes pic.twitter.com/9Sd1mxgLku
— AFP News Agency (@AFP) October 17, 2022
L’ultimo attacco dell’esercito russo alla capitale ucraina era stato lunedì scorso. In quella circostanza il presidente russo Vladimir Putin aveva ordinato il bombardamento di diverse infrastrutture in alcune città dell’Ucraina, compresa la capitale, come ritorsione per l’esplosione che aveva danneggiato il ponte sullo stretto di Kerch, che collega la Crimea alla Russia.
Il sindaco di Kiev Vitaly Klitschko ha detto che nell’attacco sono stati colpiti un’infrastruttura energetica e il quartiere residenziale di Shevchenkivskiy, nel centro della città, obiettivo degli attacchi missilitisci russi già lunedì scorso. Klitschko ha anche diffuso una foto di un frammento di uno dei droni iraniani attraverso il suo canale Telegram.
Le esplosioni sono cominciate intorno alle 6:45 del mattino, preannunciate dal ronzio dei droni Shahed-136, di cui la Russia sta facendo ampio uso in questa fase della guerra. I cittadini ucraini hanno descritto il rumore dei droni Shahed «come quello di una motosega o di uno scooter». La seconda ondata è arrivata alle 8:30, circa 90 minuti dopo il primo attacco.
Le forze dell’ordine ucraine hanno sparato in direzione dei droni, tentando di abbatterli, e secondo il consigliere ministro degli Interni ucraino Anton Gerashchenko, ne avrebbero fatto esplodere uno prima che si schiantasse al suolo.
VIDEO: Ukraine police fire at drones swooping low across #Kyiv skies
Officers opened fire on Monday at what the Ukrainian presidency claims were "kamikaze drones" flying low across the capital, with smoke rising from where the drones struck pic.twitter.com/3inB401SJg
— AFP News Agency (@AFP) October 17, 2022
I droni Shahed-136, di fabbricazione iraniana, sono definiti “kamikaze” per via del fatto che si schiantano contro un obiettivo facendo detonare il proprio esplosivo, se armati, e quindi autodistruggendosi. Possono volare per più di duemila chilometri in maniera autonoma e trasportano una testata esplosiva da circa 50 chili. L’esercito russo li sta utilizzando da agosto, e secondo alcuni esperti militari sarebbe un segnale del fatto che la Russia possa essere a corto di missili ad alta precisione.
I droni Shahed sono lunghi circa 3 metri e hanno un apertura alare di 2,5 metri, e sono dunque piuttosto riconoscibili e facilmente individuabili. L’esercito russo, tuttavia, li sta utilizzando in gruppi numerosi e facendoli volare a quote molto basse, in modo che sia più difficile abbatterli tutti.
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