Via della Scrofa ed un mazzo di fiori.
Questa è la mossa di Silvio Berlusconi per mettere a tacere le voci sulla presunta spaccatura con la leader di Fratelli D’Italia, Giorgia Meloni.
“amore e alleanze”, una storia che nemmeno Catullo con il suo “Odi et amo” potrebbe equiparare.
Un gesto topico che senz’altro farà calare il sipario sull’episodio precedente che riguarda la famigerata lista di appellativi rivolti alla deputata (redatta dal Cavaliere durante le votazioni per il Presidente del Senato).
L’escalation di Giorgia Meloni
In attesa della formazione del nuovo governo ripercorriamo l’escalation politica di Giorgia Meloni, dagli albori fino all’insediamento della XIX Legislatura.
Nata a Roma il 15 gennaio 1977, insegue valori di destra, nazionalisti, conservatori e cristiani.
Malgrado l’abbandono in età infantile del padre, la deputata ha mantenuto intatto un concetto “proprio” di famiglia molto forte, tanto da diventare la base della sua formazione professionale.
Già all’età di 15 anni dimostra una spiccata inclinazione verso la politica, mostrandosi una convinta attivista.
Nel 1992 aderisce al Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del partito “Movimento sociale italiano – destra Nazionale”. Nel 1996 diviene responsabile di Azione Studentesca, il movimento studentesco di Alleanza Nazionale. Due anni dopo vince le elezioni e assume la carica di Consigliere della Provincia di Roma per Alleanza Nazionale, ricoprendo il ruolo fino al 2002.
Nel 2000 diventa dirigente nazionale di Azione Giovani. Sarà grazie a Gianfranco Fini che l’anno successivo verrà nominata coordinatrice del comitato nazionale di reggenza di Azione Giovani. Alle elezioni politiche del 2006, a soli 29 anni, viene eletta alla Camera dei deputati nella Lista di Alleanza Nazionale, divenendo la più giovane parlamentare della XV Legislatura. Negli anni successivi diventa Ministra per la Gioventù del governo Berlusconi, e nello stesso anno, a fronte delle polemiche sull’antifascismo sorte all’interno di Alleanza Nazionale dichiara: “Basta con questa storia del fascismo e dell’antifascismo. Siamo nati a ridosso degli anni ottanta e novanta, siamo tutti protesi nel nuovo millennio”; “difenderemo i valori sui quali si fonda la Costituzione e che sono propri anche di chi ha combattuto il fascismo”.
Nel 2012, annuncia la propria candidatura alle Primarie del Popolo della Libertà, esperienza durata meno di un battito di ali, per poi il 20 dicembre dello stesso anno, fondare insieme a Guido Crosetto e Ignazio LaRussa (Presidente del Senato neo eletto), il nuovo movimento politico di destra Fratelli D’Italia, assumendone la leadership, ben due anni dopo.
La crescita esponenziale di Fratelli D’Italia
È nel 2104 che da Presidente di Fratelli di FdI sugella l’alleanza con la Lega Nord di Matteo Salvini, iniziando una campagna politica anti-renziana. Nel 2016 viene candidata dal centro-destra a sindaco di Roma, piazzandosi terza dopo Virginia Raggi del Movimento 5 Stelle e Roberto Giacchetti del centro-sinistra.
Nell’anno seguente si tiene il congresso di FdI a Trieste, che conferma Giorgia Meloni come presidente del partito. Con le elezioni politiche del 2018 viene rieletta deputata nel collegio uninominale per la coalizione di centro-destra e porta Fratelli D’Italia a raddoppiare i propri voti, raggiungendo il 4,35%, divenendo così il quinto partito al livello nazionale.
Nel 2019 con “Orgoglio italiano” (manifestazione tenutasi a Piazza San Giovanni), Giorgia Meloni tiene un comizio, muovendo critiche nei riguardi delle famiglie arcobaleno, che si concluderà con uno slogan divenuto un tormentone disco-dance con milioni di visualizzazioni sul web.
Durante le elezioni politiche 2022 Fratelli D’Italia ottiene il miglior risultato di sempre, piazzandosi come primo partito sia alla Camera che al Senato con il 26%.
In questi giorni, con i neoeletti Presidenti di Camera (Ignazio LaRussa) e Senato (Lorenzo Fontana), si entrerà nel vivo della formazione del nuovo esecutivo.
Tra il 20 e il 21 ottobre è in programma a Bruxelles il Consiglio europeo, dove Draghi sarà chiamato a negoziare con gli altri Paesi dell’Unione.
Probabilmente il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, attenderà la fine di questo importante evento per conferire l’incarico al nuovo presidente del Consiglio.
Potrebbe farlo già sabato 22 ottobre.
di Annamaria Martinisi