venerdì, Novembre 22, 2024
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Donald Trump ha annunciato la sua ricandidatura alla presidenza degli Stati Uniti

Donald J. Trump ha annunciato la sua candidatura alle elezioni presidenziali statunitensi del 2024.

L’ex presidente ha tenuto un lungo discorso dalla sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida, durante il quale ha attaccato duramente l’attuale amministrazione guidata dal presidente democratico Joe Biden. Trump ha rilanciato lo slogan “Make America Great Again” della sua campagna elettorale nel 2016, che lo vide contrapposto all’allora candidata democratica Hillary Clinton.

«Per rendere di nuovo l’America grande e gloriosa, stasera annuncio la mia candidatura alla presidenza degli Stati Uniti», ha dichiarato Trump tra gli applausi dei presenti in sala. L’ex presidente ha poi detto, in conclusione del suo discorso, «Renderemo l’America di nuovo ricca. Renderemo l’America di nuovo forte. Renderemo l’America di nuovo orgogliosa. Renderemo l’America di nuovo di nuovo sicura. Renderemo l’America di nuovo gloriosa. Renderemo l’America di nuovo grande».

L’annuncio della ricandidatura di Trump è arrivato nonostante una forte pressione da parte dei dirigenti del partito Repubblicano affinché fosse rinviato.

La settimana scorsa, infatti, si sono tenute le elezioni di metà mandato negli Stati Uniti, le cosiddette midterm elections, per il rinnovo della totalità dei 435 seggi della Camera dei Rappresentati e di poco più di un terzo del Senato (35 seggi su 100). Il partito Repubblicano, che appariva favorito, ha ottenuto un risultato poco soddisfacente e probabilmente riotterrà il controllo solamente della Camera. Al Senato, invece, la maggioranza dei democratici ha tenuto e potrebbe addirittura rinforzarsi, passando da 50 a 51 seggi, nel caso in cui al ballottaggio per il seggio in Georgia previsto per il 6 dicembre dovesse vincere Raphael Warnock, senatore uscente del partito Democratico.

Secondo diversi dirigenti del partito Repubblicano, il risultato deludente è da attribuirsi alla retorica di Trump fortemente polarizzante, che scoraggerebbe gli elettori indipendenti, ovvero quelli non affiliati ad uno dei due partiti principali. In effetti, nessuno dei candidati appoggiati dall’ex presidente è riuscito a vincere, neanche in sfide dove la vittoria dei Repubblicani pareva ampiamente alla portata, tra cui quella in Pennsylvania dove il candidato al Senato per i democratici era il vicegovernatore John Fetterman, la cui campagna elettorale era stata condizionata da un grave ictus che lo aveva messo in pericolo di vita.

Molti media influenti negli ambienti della destra americana, in particolare il network televisivo Fox News e il quotidiano New York Post, stanno apparentemente sostenendo l’eventualità di una candidatura del governatore della Florida Ron DeSantis, appena rieletto con un mandato dalle proporzioni plebiscitarie in uno stato che fino a qualche anno fa era considerato contendibile.

Trump ha attaccato duramente DeSantis, accusandolo di slealtà, e pare che la decisione di anticipare la sua candidatura alle elezioni presidenziali sia stata determinata da un tentativo di compattare la base elettorale dei Repubblicani intorno a sé. Non è chiaro se il tentativo dell’ex presidente possa riuscire, ma è probabile, al momento, che non sarà l’unico candidato alle primarie repubblicane per stabilire il candidato alla presidenza.

Secondo il New York Times, oltretutto, Trump avrebbe annunciato la sua candidatura nel tentativo di rallentare o bloccare le numerose inchieste a suo carico. È probabile che l’ex presidente accuserà i procuratori che attualmente stanno indagando di agire perché politicamente motivati.

Trump è sotto inchiesta per l’assalto al Congresso del 6 gennaio del 2021, quando i suoi sostenitori cercarono di impedire la certificazione dell’elezione di Joe Biden e per aver portato alla sua residenza a Mar-a-Lago numerosi documenti classificati e riservati.

L’unico presidente ad essere stato eletto in due mandati non consecutivi è stato Grover Cleveland nel 1884 e nel 1892. Tra gli altri nove presidenti, invece, che non sono stati rieletti dopo il primo mandato, solo uno ha deciso di ricandidarsi: Martin Van Buren, che perse la nomination democratici nel 1844 e che si ricandidò quattro anni dopo.

 

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