lunedì, Novembre 25, 2024
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Esplosioni in Polonia: missili probabilmente provenienti dalla contraerea ucraina

Il missile che nel tardo pomeriggio di ieri, martedì 15 novembre, ha colpito il villaggio di Przewodów, in Polonia, proveniva probabilmente dalla contraerea ucraina.

Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg e il presidente polacco Andrzej Duda hanno fornito ulteriori conferme riguardo una delle ipotesi che erano circolate conseguentemente all’esplosione avvenuta in Polonia. Secondo Duda, l’esplosione sarebbe stata causata, «probabilmente», da un missile lanciato dall’esercito ucraino per intercettarne un altro sparato dalla Russia, diretto verso il territorio dell’Ucraina, e ha definito l’accaduto come uno «sfortunato incidente». Ieri, infatti, mentre era in corso la riunione del G20, l’incontro annuale dei capi di governo di 19 tra i paesi più industrializzati del mondo più l’Unione Europea, la Russia aveva lanciato un attacco missilistico su larga scala contro l’Ucraina.

Il segretario generale della NATO Stoltenberg ha confermato la versione di Duda, ribadendo tuttavia che le rilevazioni sono ancora in corso. Durante la conferenza stampa, Stoltenberg ha sottolineato che l’accaduto non è in alcun modo responsabilità dell’Ucraina. «Lasciatemi essere chiaro: non è colpa dell’Ucraina. La Russia è responsabile dell’accaduto, mentre continua la sua guerra illegale contro l’Ucraina», ha dichiarato il segretario generale.

Nella serata di ieri, poco più di un’ora dopo l’impatto che aveva causato la morte di due persone, l’agenzia di stampa Associated Press aveva confermato che si trattasse di due missili russi, citando come fonte un alto funzionario dell’intelligence americana.

La notizia di Associated Press era stata poi rilanciata da diversi giornali e ampiamente commentata da diversi funzionari di governi stranieri, tra cui il ministro della Difesa e il ministro degli esteri della Lettonia, rispettivamente Artis Pabriks e Edgars Rinkēvičs. Diversi commentatori avevano immediatamente sottolineato le responsabilità della Russia, invocando l’applicazione dell’articolo 5 della NATO, che stabilisce il meccanismo di mutua difesa tra gli stati membri. L’articolo 5 del trattato è stato invocato una volta sola, dagli Stati Uniti, a seguito dell’attacco terroristico dell’11 settembre 2001 contro New York e Washington, la cui risposta fu l’invasione dell’Afghanistan per rovesciare il regime dei talebani, accusati di dare rifugio ad al Qaida, organizzazione responsabile degli attentati.

Il portavoce del governo polacco Piotr Müller aveva poi fatto sapere che la Polonia stava valutando la possibilità di invocare l’articolo 4, che prevede che ciascuno dei paesi membri possa convocare una riunione d’urgenza fra tutti i membri «ogni volta che l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata».

Nella prime ore della nottata, tuttavia, il governo polacco aveva confermato in maniera piuttosto vaga che i missili fossero di «fabbricazione russa», lasciando dunque intendere che le indagini condotte non avessero dimostrato la responsabilità dell’esercito della Federazione Russa. Era stato poi il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, durante un breve incontro con i giornalisti, a confermare che le prime rilevazioni sembrassero escludere la possibilità di un attacco lanciato dal territorio russo. «Ci sono informazioni preliminari che ci fanno pensare di no. Ma non voglio dirlo ufficialmente finché non avremo indagato a fondo. Ma è improbabile, alla luce della sua traiettoria, che sia stato lanciato dalla Russia», aveva detto Biden ai giornalisti.

Il segretario del Consiglio di Difesa ucraino, Oleksiy Danilov, ha chiesto che alle autorità ucraine venga concesso di avere accesso «immediatamente» al luogo dove è caduto il missile, per poter condurre un’indagine insieme agli ispettori dei paesi della NATO.

 

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