di Barbara Iorio – Nasce a Procida, sull’isola al centro del Mediterraneo ed attuale capitale italiana della cultura la prima orchestra di migranti, un ensemble multietnico composto da 14 musicisti provenienti da 7 nazioni differenti e 3 continenti; tra di loro professionisti selezionati attraverso una call lanciata attraverso rete nazionale Sai (Sistema Accoglienza e Integrazione) per rifugiati politici e richiedenti asilo.
L’iniziativa nasce nell’ambito di “Amih”, progetto che porterà a una serata concerto in piazza Marina Grande (in programma il 26 novembre, ingresso libero) e che si è già tradotto nella co-creazione di alcuni brani originali e inediti, i cui titoli – da “Amih” a “Why you had to leave” (Perché sei dovuto partire) – già sintetizzano le storie di vita personale dei partecipanti, che hanno scelto di affidare al potere catartico della musica anche le tappe più dolorose della partenza dai rispettivi paesi e dell’approdo, spesso attraverso viaggi complessi, sulle coste italiane.
Tra loro l’iraniano Mehdi, il guineano Mamady, il nigeriano Friday Enabulele e il gambiano Ousainou, appena 17 anni, sbarcato a Catania poco più di un anno fa e ospite del Sai di Sant’Andrea di Conza, in Irpinia. Alcuni di loro hanno pagato a caro prezzo, nei rispettivi paesi d’origine, i testi di brani musicali e performance di denuncia contro i politici corrotti nei rispettivi paesi d’origine. “Per noi – raccontano – la musica è tutto, un’occasione di riscatto e un sogno che coltiviamo sin da piccoli”.
“I musicisti stanno lavorando a composizioni originali, che prendono spunto dalle rispettive culture, stili e lingue”, spiega il chitarrista e compositore procidano Osvaldo Di Dio, direttore musicale del progetto. “L’idea – prosegue – è proprio quella di celebrare la bellezza generatrice che può scaturire quando diversi linguaggi, musiche e culture si trovano a stretto contatto. L’auspicio – conclude – è che ciò possa diffondersi anche in altri ambiti in un periodo così complesso”.
Contemporaneamente, Procida lancia anche un altro progetto dedicato ai migranti, “22 Nodi”: coinvolge gli ospiti del Sai dell’isola in una serie di laboratori intorno ai mestieri del mare.