Il 23enne ucraino, giudicato inoperabile, dopo il primo anno di cure al Pascale di Napoli ha intrapreso un percorso di cure fino all’operazione salva vita
Ilia, allora 20enne, è un ragazzo ucraino da poco trasferitosi a Napoli per sconfiggere un brutto nemico invisibile. L’inizio della sua odissea ospedaliera inizia in un Ucraina diversa da come la immaginiamo oggi. La storia inizia in un normale ambulatorio ospedaliero, dove il ragazzo si recò il 20 Gennaio 2021, a causa di un forte dolore sul fianco. I medici, a seguito dei primi esami, gli confermeranno l’esistenza di un tumore surrenale in stato avanzato. La diagnosi porterà l’equipe medica all’operazione immediata, ma purtroppo fallimentare in quanto il tumore fosse troppo esteso e la conseguente emorragia.
Il calvario del giovane, però, troverà i primi risultati positivi solo con l’arrivo a Napoli. In città, viveva già la madre di Ilia, la quale lo accompagnerà alle prime visite presso l’ambulatorio di tumori neuroendocrini del Pascale. A seguire il caso, ad inizio marzo 2021 saranno gli oncologi Salvatore Tafuto e Alessandra Bacigliano. La nuova squadra affiderà al ragazzo una nuova possibilità di cure, per ridurre l’estensione del tumore. Attraverso PET e scintigrafia, Ilia viene sottoposto a terapia radiometabolica. I primi risultati si otterranno a Luglio 2021, quando la PET effettuata dal direttore della Medicina Nucleare Dino Lastoria dimostrerà una prima riduzione del tumore. Il referto susciterà la determinazione nel curare definitivamente la malattia, attraverso una prima terapia di 28 giorni con visite ogni 3 mesi. Il si definitivo per l’operazione finale, avvenuta nel 2023, verrà dall’equipe della Chirurgia Epatobiliare dopo ulteriori tac e risonanze magnetiche.
Alla fine, l’operazione dei medici partenopei arriverà dopo 2 anni di cure e diverse sentenze finali. L’intervento è durato 8 ore e mezza con 2 giorni di terapia intensiva e dimissioni finali appena Ilia ha ripreso in pieno le sue forze. Se le prossime visite, nell’arco di due anni, non saranno recidive il 21 potrà vivere una vita serena e longeva.
“Questo brillante risultato è stato possibile – afferma il direttore sanitario del Pascale, Maurizio Di Mauro – grazie alla collaborazione e dedizione di tutti i gruppi coinvolti, un vero approccio multidisciplinare oggi indispensabile per la presa in carico dei pazienti oncologici”