Sono ben cinque i film italiani in concorso alla 69° edizione del Festival del Cinema di Berlino e la città maggiormente rappresentata è proprio Napoli, grazie sia al documentario di Agostino Ferrente “Selfie” (in concorso per la sezione Panorama) che a “La Paranza dei Bambini” di Claudio Giovannesi, tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano, che si è aggiudicato il premio per la migliore sceneggiatura.
La presenza dei due film in uno dei festival cinematografici più interessanti (sebbene in un’edizione un po’ meno stuzzicante del solito) conferma la tendenza degli ultimi anni dell’impiego sempre maggiore della città di Napoli come set per produzioni cinematografiche o televisive sia nazionali che internazionali, un impiego cui importanza viene sottolineata dall’assessore alla Cultura Nino Daniele, che ne attribuisce il merito all’Ufficio Cinema del Comune di Napoli nato circa 3 anni fa.
La proiezione del film in concorso “La Paranza dei Bambini” ha emozionato il pubblico della Berlinale, mostrando la faccia più crudele della città personificata da ragazzi ancora troppo giovani per essere così spietati. È proprio la perdita dell’innocenza di questi ragazzi che il regista Giovannesi ha voluto documentare, mostrando come qualcosa che nasce come un semplice gioco riesce a diventare in poco tempo una vera e propria guerra: perché per avere un Rolex e dei vestiti firmati c’è bisogno di soldi, e i soldi puoi farli facilmente se giochi a fare la guerra, poco importa se l’aspettativa di vita è pari a quella del Medioevo.
Roberto Saviano, che ha curato la sceneggiatura del film insieme a Maurizio Braucci, ha voluto sottolineare come la Camorra sia disposta ad essere gestita anche da giovanissimi, cui genitori non riescono a dare un’educazione solida per una propria debolezza. Aggiunge, inoltre, che per i mafiosi anche l’amore è una debolezza (“una cosa da femminielli”), per questo preferiscono sposare chi non amano troppo, perché il valore della famiglia è più importante dell’amore. Saviano ha deciso di dedicare il premio alla sceneggiatura alle ong che salvano vite in mare e ai maestri napoletani che salvano quelle per le strade perché probabilmente, non c’è espressione d’amore più grande.