La guerra della Terra dei fuochi si gioca a colpi di droni.
Il Governo schiera Forze dell’ordine, Esercito, Intelligence, Vigili del fuoco, Asl e tecnologia nella guerra della Terra dei fuochi. Per individuare i siti di sversamento, ricostruire percorsi e braccare chi compie reati, si utilizzeranno dei droni che da 500 piedi di altitudine (oltre 150 metri) riprenderanno nei minimi particolari il territorio della Terra dei fuochi. I corpi impegnati dispongono già di una quantità di dati tale da definire le mappe di ricerca aerea, che saranno utili ad ampliare e rendere più chirurgico il raggio d’azione.
Soprattutto su questo si basa il protocollo d’intesa sulla Terra dei fuochi firmato nei mesi scorsi a Caserta dal premier Giuseppe Conte e da sette ministri (protocollo che ha messo una pezza sulla questione inceneritori da costruire in Campania). Il piano d’azione del governo contro i roghi e gli sversamenti punta dunque molto sulla prevenzione, con un rafforzamento della sorveglianza nei punti sensibili. Per questo saranno impiegati Esercito e Carabinieri specializzati in reati ambientali, saranno aumentati i Vigili del fuoco pronti a intervenire sul territorio e l’azione sarà anche affidata alle Asl per controllare la qualità del territorio. Di qui, il coinvolgimento della Regione Campania, col Governatore Vincenzo De Luca che ha competenza sulla sanità. Nella task force svolgerà un ruolo di primo piano il Ministro dell’ambiente Sergio Costa, che da Generale ha perseguito i clan camorristici attivi nel settore.
L’idea dell’esecutivo è quella di esportare il modello Campania in altre regioni, perché, come ha detto il Vicepremier Luigi Di Maio, “i roghi tossici sono un fenomeno che riguarda tutte le zone d’Italia”. Nel lungo termine, l’obiettivo sarebbe il cosiddetto “end of waste“, la fine della dispersione dei rifiuti e la loro trasformazione nell’ambito di un’economia circolare. Per far ciò – ha detto Costa – “Io per il governo farò da pontiere per ottenere una differenziata di qualità e avviare il porta a porta con tariffa: chi inquina di meno paga di meno”. Del resto, secondo quanto stabilito dall’Unione Europea, entro il 2035 non più del 10% dei rifiuti dovrà andare in discarica.
Comunque, mentre si discute e si programmano interventi di prevenzione, nella Terra dei fuochi si continua a crepare di più rispetto al resto del Sud e rispetto a tutta Italia: il tasso complessivo di incidenza di tutti i carcinomi maligni arriva a essere più alto del 46% per gli uomini e del 21% in più per le donne (dati Sole24Ore). E chi è già crepato e chi creperà ancora spesso non ricevono giustizia da uno Stato che sappiamo essere stato complice degli illeciti.