sabato, Novembre 23, 2024
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Vinicio Marchioni nelle vesti di “un poeta, pazzo” al Nest [Intervista]

Vinicio Marchioni è un attore di formazione ed esperienza teatrale, ha esordito sul grande schermo come protagonista di “20 sigarette”. Si fa conoscere dal grande pubblico grazie al ruolo del “Freddo” nella serie “Romanzo Criminale” Ha da poco completato il giro dei teatri italiani con “Uno Zio Vanja“, di cui è protagonista e regista e il 23 ed il 24 marzo sarà il scena al Nest di San Giovanni a Teduccio con “La più lunga ora” di cui è autore, regista e interprete. In occasione della presentazione dello spettacolo, Vinicio si è concesso ai nostri microfoni.

Sabato e Domenica sarai in scena al Nest con “La più lunga ora”. Cosa rappresenta per te Dino Campana?

Dino Campana rappresenta per me l’amore per la scrittura, per la poesia, per il viaggio e, appunto, per il teatro. Sono molto legato a questo spettacolo, essendo il primo che ho scritto in prima persona e che poi ho portato in scena anche da regista. È uno spettacolo che mi rappresenta a 360°“.

“Memorie di un poeta, pazzo” che ha vissuto 14 anni recluso in una stanza di un manicomio. Come ti sei preparato e a cosa ti sei ispirato per rendere al meglio questo personaggio?

Innanzitutto mi sono documentato molto prima della scrittura. Successivamente, mi sono chiesto ‘cosa fa un uomo per sopravvivere a se stesso chiuso in una stanza di manicomio per 14 anni?’. Da questa riflessione ho immaginato e pensato che un uomo per ricordarsi di aver vissuto una vita fuori da lì, potrebbe sentire la necessità di raccontare questa vita, anche semplicemente per non dimenticare di averla vissuta. Da qui nasce la scrittura e questo flusso di coscienza a cui cerco di dar voce“.

Lo spettacolo è recitato, scritto e diretto da te. Quando hai pensato “Voglio ricordare Dino Campana con uno spettacolo”, qual era il messaggio che volevi trasmettere?

Non credo che il teatro debba mandare messaggi. Il teatro deve portare dei tempi, spunti di riflessione da condividere con il pubblico e credo che uno dei temi principali sia proprio la poesia. Dino Campana non scrive ‘la poesia salverà il mondo’, però io credo che sia così. A mio parere la poesia deve essere intesa come una vera e propria elevazione del pensiero umano, rispetto agli egoismi del genere umano, soprattutto in questo periodo di grande crisi, violenza, maleducazione e scontri. Sono fortemente convinto che la poesia possa salvare il mondo“.

Sarai per la prima volta al Nest che sta dando ai giovani del quartiere, ma non solo, un’ alternativa alla criminalità attraverso il teatro, l’arte, la cultura. Che idea ti sei fatto di questo progetto?

Sono molto amico di Francesco Di Leva e sono molto contento di quello che sta succedendo attraverso questo teatro. È il segno che qualcosa sta cambiando e penso che debba essere preso da esempio in tutta Italia. Bisogna osservare come la creazione di un centro culturale e teatrale, un posto dove le persone possono incontrarsi ed assistere a spettacoli, possa lanciare un messaggio positivo sia all’interno di quartieri problematici, ma anche in tutte le province non solo del territorio napoletano, ovunque“.

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