venerdì, Novembre 22, 2024
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Sergio Vessicchio, sospeso, non ritratta gli insulti al guardialinee donna

Il cronista Sergio Vessicchio, commentando la partita tra Agropoli e Sant’Agnello, si è lasciato andare ad una serie di commenti sgradevoli nei confronti della guardialinee Annalisa Moccia.

L’episodio, che apparentemente sembrerebbe più adeguato ai tempi in cui l’Italia era ancora una monarchia, risale invece ad appena due giorni fa, al 23 Marzo del 2019.

La donna era già stata precedentemente vittima di sgradevoli episodi di stampo sessista, insulti e minacce di morte da parte dei tifosi della squadra Virtus Ottaviano a Gennaio.

Le dichiarazioni di Sergio Vessicchio

Pregherei la regia” dice l’uomo poco dopo l’inizio della cronaca “di inquadrare l’assistente donna che è una cosa inguardabile.” Non soddisfatto di questo commento, dichiara ancora: “È uno schifo vedere le donne che vengono a fare gli arbitri in un campionato dove le società spendono centinaia di migliaia di euro, è una barzelletta della federazione una cosa del genere. L’arbitro è dunque di Castellammare di Stabia, si tratta di Antonio Liotta, coadiuvato da Gianluca Caianiello di Napoli e Annalisa Moccia, della sezione di Nola. Eccola qui” conclude infine “la vedete, una cosa impresentabile per un campo di calcio.”

Gli insulti non hanno lasciato indifferente chi li ha sentiti, trasformandosi in un vero e proprio trend su internet, al punto che il giornalista ha sentito la necessità di dire la propria a riguardo anche sui social.

Sebbene abbia scatenato reazioni negative col suo commento sessista, Sergio Vessicchio non ha ritrattato le proprie dichiarazioni ed anzi sul proprio profilo di facebook ha scritto un post in cui confermava la sua opinione riguardo le donne che arbitrano: “Ritengo personalmente che far arbitrare le donne nel calcio sia sbagliato per molti motivi, quindi confermo il mio pensiero.” Rincarando la dose, aggiunge: “Perché tutti questi squallidi moralisti non fanno una battaglia per farle giocare insieme ai maschi? La vera discriminazione è questa.

Le conseguenze per l’Ordine dei Giornalisti

L’Ordine dei Giornalisti della Campania ha sospeso Sergio Vessicchio. “Il giornalista di Agropoli che ha deriso in diretta durante una partita di calcio una donna assistente all’arbitro è stato sospeso dall’ordine dei giornalisti della Campania grazie al consiglio di disciplina. Le sue parole causano un grave danno all’immagine dell’Ordine, non soltanto della Campania, ma di tutto l’ordine dei giornalisti.” dichiara Ottavio Lucarelli, che ne è presidente.

La forte discriminazione subita dalle atlete italiane

Le parole di Sergio Vessicchio hanno un sapore davvero amaro, soprattutto in questi giorni in cui il calcio femminile italiano ha vissuto una parentesi di felice popolarità con la sfida tra Juventus e Fiorentina. Amara è soprattutto la granitica convinzione che dimostra ripetendo di essere ben convinto di quanto ha detto – convinzione che tradisce la diffusa convinzione in una certa fetta della popolazione che sia socialmente accettato ed accettabile dire che le donne siano meno competenti degli uomini in alcuni ambiti o materie e per questo insultarle.

Persino a livello legislativo l’Italia attualmente non consente alle donne di essere considerate delle professioniste sportive: la legge 91 del 1981 declina il professionismo sportivo esclusivamente al maschile. Gli sport femminili sono sempre considerati dilettantistici, e le donne atlete non possono dunque guadagnare quanto un uomo praticando a livello agonistico uno sport, non hanno accesso alle stesse strutture e sono costrette ad allenarsi di meno. Alle atlete italiane, di qualsiasi sport, viene negato l’accesso alla legge che assicura la previdenza sociale, l’assistenza sanitaria, il trattamento pensionistico e che regola il rapporto con le società sportive. Alle donne atleta non può mai essere riconosciuto, in quanto la legge le considera dilettanti, uno stipendio, ma solo un rimborso spese non c’è alcuna tutela in caso di malattia o invalidità.

Fino a poco fa non era garantita nemmeno la tutela in caso di maternità – erano anzi presenti, in alcuni contrati sportivi, clausole che prevedevano la rescissione del contratto in caso di maternità – ma, dal 2018, con la firma del ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, è stato invece istituito un fondo maternità per le atlete. L’Europa è intervenuta più di dieci anni fa chiedendo all’Italia di eliminare le differenziazioni tra sport maschile e femminile, ma attualmente la legge 91 del 1981 è ancora in vigore. Il vuoto legislativo è stato parzialmente colmato da i corpi militari, che assumono atlete donne – garantendo loro quindi una certa tutela – in cambio di prestigio e visibilità. Per rendere la misura dell’assurdità di questa prassi basti pensare che Federica Pellegrini, ufficialmente dilettante per quanto concerne lo sport, è stata assunta come guardia penitenziaria.

Le donne continuano dunque a vivere in un modo fatto dagli uomini per gli uomini. La situazione attuale delle atlete Italiane rasenta e spesso sconfina nell’assurdo – e, nonostante questo, spesso le sportive brillano e conquistano grandi risultati. Le parole del giornalista durante la telecronaca e il suo confermare la propria idea che le donne siano inadatte a determinati ruoli nel calcio non sono altro che l’ennesima, triste conferma che ancora troppo poco è stato fatto in Italia per eliminare le discriminazioni di genere – sia dal punto di vista educativo che legislativo. La strada da compiere è ancora lunga e difficile, ma per fortuna le donne, nel calcio, nello sport o in qualunque altra disciplina decidano di cimentarsi, hanno sempre dimostrato estrema competenza, resistenza e forza d’animo.

Anche se ci saranno sempre certi personaggi che negheranno il valore femminile altrettanto certa sarà la resistenza e la tenacia delle donne nel lottare per affermare quanto sarebbe stato normale riconoscere loro già in partenza: la possibilità di essere, fare e diventare qualsiasi cosa esse vogliano. Sebbene per alcuni, come il cronista di Agropoli, sia difficile accettarlo, nonostante le incredibili difficoltà a cui vanno incontro, le donne ci stanno già riuscendo: Annalisa Moccia ne è la prova vivente.

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