Di Nicola Avolio – I 12 operai di Screen Sud ce l’hanno fatta. Sei anni lontano dal lavoro, tre anni per rilevare la propria azienda, macchinari comprati all’asta, sabotaggi, un incendio, troppe difficoltà. Eppure, adesso, la fabbrica di Acerra è di loro proprietà e va tutto straordinariamente bene. L’hanno acquistata con la liquidazione di 15 anni di lavoro, sborsando anche l’anticipo di mobilità, e con l’aiuto di LegaCoop.
Gli operai lavorano in un capannone di 1.800 metri quadri nella zona Asi di Acerra, su due turni. Dalle 6 alle 22 qui le luci sono accese, le macchine in funzione e anche le braccia degli operai. Hanno dai 36 ai 50 anni e sorridono, tra un caffè e l’altro, tra stanchezza e soddisfazione.
I racconti dei lavoratori
“Lavoriamo per noi stessi, non è tutto rosa e fiori. Ci sono gli screzi ma si superano. Il nostro è un matrimonio a 12. Sono stato il primo a pensare che dovevamo provarci. Ero il capitano, ho dovuto scegliere se vivere o morire e ho chiamato sulla scialuppa di salvataggio i colleghi con cui potevo collaborare. In una cooperativa si richiede sacrificio, vera collaborazione. So che se ci sono difficoltà, chiedo ai miei compagni di rinviare lo stipendio per pagare un fornitore, e mi dicono di sì. Non posso spiegarlo, non trovo le parole. Ti alzi da casa tua e vieni a casa tua. Trovi più energie in tutto quello che fai perché lo fai per te. È un’esperienza unica”. Afferma Raffaele Silvestro, uno dei 12 eroi.
“Abbiamo creduto in loro perché erano davvero motivati e c’abbiamo puntato , li abbiamo supportati ed è stata una gioia condivisa quando hanno riacceso le macchine e sono ripartiti”. Spiega Rosario Florio direttore Lega Coop.
“Dopo il concordato fallimentare , in tuta blu da metalmeccanico e le mani annerite dal lavoro. Le nostre macchine e il magazzino sono stati messi all’asta e noi abbiamo preso il coraggio a due mani e abbiamo partecipato. Il giudice ci ha concesso il diritto di prelazione, supportati da Lega Coop. Ma non eravamo mai entrati in un tribunale e del tutto inesperti dei meccanismi d’asta, eravamo terrorizzati”. Ricorda Agostino De Luca, vicepresidente della cooperativa.
“Eravamo a 60 giorni dalle scadenze dovevamo pagare le prime forniture e non avevamo soldi – racconta Nicola Sodano – siamo andati ogni mattina alle 7 davanti agli uffici dell’Inps a protestare. La disperazione ci ha dato la forza di rischiare e forza di volontà per realizzare. l momento più bello è quando siamo entrati qui, ad Acerra ,anche se non eravamo ancora partiti. Ho respirato, dopo 3 anni senza lavoro. È stato orribile. Spero che il nostro esempio possa aiutare altri in Campania. Al Sud purtroppo manca la cultura della cooperazione, c’è troppa diffidenza”.