È stato un vero e proprio Dogman show quello di ieri sera ai David di Donatello, lo storico premio del cinema italiano. Il film di Matteo Garrone girato a Castel Volturno ha conquistato ben 9 statuette, tra cui quelle per il miglior film, la migliore regia, il migliore attore non protagonista ad Edoardo Pesce e la migliore sceneggiatura non originale.
Un po’ di amarezza è stata evidente quando al bottino è sfuggito il David per il migliore attore protagonista a Marcello Fonte, spodestato – a ragione – da un impeccabile Alessandro Borghi nei panni di Stefano Cucchi: Garrone ha comunque concesso all’attore il suo personale momento di gloria sul palco, sottolineando come Fonte abbia vinto sempre tutti i premi per cui è stato nominato, tranne quando in sala ad assistere alla premiazione per la prima volta c’era sua madre.
Garrone ha inoltre lanciato una frecciatina durante il discorso di accettazione della statuetta per il miglior film all’esaltazione della piattaforma Netflix, più volte citata nei ringraziamenti di chi è salito sul palco. “I cinema stanno diventando sempre più piccoli e le tv sempre più grandi”: con queste parole il regista ha espresso appieno il suo pensiero sulle nuove modalità di distribuzione cinematografica.
Il discorso di ringraziamento di Marina Confalone
Di tutto altro tono è stato il discorso di ringraziamenti di Marina Confalone che ha conquistato il David per la migliore attrice non protagonista per il ruolo di una pappona tossicomane ne “Il vizio della speranza”. Commossa, la Confalone afferma con orgoglio di voler dedicare questo riconoscimento alla sua terra e a tutti i napoletani di buona volontà, rendendo a loro volta i napoletani orgogliosi di lei e della sua arte.
Capri-Revolution” di Mario Martone
Il “Capri-Revolution” di Mario Martone si consola con i due David per i migliori costumi e per il miglior musicista per un film che, sulla carta, probabilmente avrebbe potuto competere per qualche riconoscimento in più, viste anche le 12 categorie nelle quali era stato nominato.
Euforia e A casa tutti bene
Esce a mani vuote, invece, Valeria Golino: nonostante le 9 nomination, “Euforia” non riesce a portare a casa alcuna statuetta, facendo restare quasi un’utopia la possibilità di vedere trionfare un film diretto da una donna.
Nota di merito va al film di Gabriele Muccino “A casa tutti bene” girato sull’isola di Ischia con un cast che annovera alcuni degli attori contemporanei più bravi del panorama cinematografico italiano. Il film si aggiudica il “David dello spettatore”, un premio che ha visto la luce proprio quest’anno e che premia le presenze in sala.