venerdì, Novembre 22, 2024
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“Ave” del Collettivo LunAzione al Nuovo Teatro Sanità

Di Anna Menale – Questa sera ore 21 e domenica 31 marzo ore 18. va in scena al Nuovo Teatro Sanità “Ave” del Collettivo LunAzione. Selezionato per il Premio Scenario 2017, per l’edizione 2019 del Roma Fringe Festival e del San Diego International Fringe Festival e vincitore della residenza artistica “Emergenze Romane 2018 – Teatri di Roma”, il progetto teatrale, a cura e con la regia di Eduardo Di Pietro, vede in scena Martina Di Leva, Alessandro Errico, Giulia Esposito, Cecilia Lupoli e Monica Palomby. “Ave” racconta la vita di un piccolo centro della provincia di Napoli, Santa Maria del Pozzo, e di Cesare, il rinomato parrucchiere del paese. La quotidianità fatta di chiacchiere e pettegolezzi al femminile, all’interno del saloon del coiffeur, è interrotta da un evento improvviso e inquietante che sconvolge la vita dell’uomo. La messinscena si avvale delle elaborazioni musicali di Ivan Guybrush Caso e  dei costumi di Federica Del Gaudio. Info e prenotazioni al 3396666426 oppure all’indirizzo e-mail info@nuovoteatrosanita.it. Costo del biglietto intero 12 euro, ridotto (under 25 e over 65) 10 euro.

Lo scorrere sempre uguale dei giorni, nel tranquillo paesino campano di Santa Maria del Pozzo, è interrotto da un evento sorprendente e inquietante che sconvolge la vita di Cesare, il parrucchiere della cittadina. L’uomo non riesce più a dormire, nei suoi sogni ricorre una misteriosa figura femminile che gli chiede, con insistenza, di compiere un gesto, per lui inspiegabile. Ciò che è frutto dell’immaginazione assume fattezze angoscianti quando nel suo negozio si verifica una dannosa serie di casualità che paiono riferirsi proprio a quei sogni. La notizia si diffonde nel paese, sfuggendo progressivamente di mano: tutti assecondano ciò che sta accadendo e che pare essere un presunto ricatto, ma nessuno sembra curarsi del volere di Cesare. Il protagonista si trova a dover subire un atto di violenza e di prevaricazione, minacciato non da un altro essere umano, ma – ipoteticamente – da un’entità trascendente, con tutte le paradossali conseguenze che ne derivano. Lungo il confine che separa l’immaginazione dal mondo reale, si rivela la dialettica multiforme di un individuo con la comunità di cui è parte, il peso della responsabilità personale e delle aspettative gravanti sul prossimo, il proprio desiderio e quello altrui, contrapposti.

«Il lavoro di realizzazione è frutto dell’organizzazione e della strutturazione del materiale autoriale elaborato dagli attori attraverso un percorso creativo condiviso – commenta il regista Eduardo Di Pietro – Dalla proposta iniziale di pretesto, si è progressivamente dipanata un’impegnativa serie di problematiche, temi e possibilità intorno alla figura di Cesare e alla società di Santa Maria del Pozzo. Il registro di riferimento si adegua a una situazione assurda, sperimentando le potenzialità comiche di sviluppo, a veicolo della tragica e profonda solitudine del protagonista che sottende e informa progressivamente il dramma. Tante forze, identità e vite che si scoprono a collassare in un’unica direzione, quella di Cesare. Santa Maria del Pozzo verrà percorsa lungo più strade, ma ognuna di queste condurrà al pozzo. Il pozzo del paese accoglie così non solo i desideri, i sogni, le speranze di una cittadina, ma anche le colpe consapevoli o inconsce, i dolori, i tratti più oscuri e tragici della vita di ognuno».

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