La commedia di Heinrich von Kleist va in scena con la regia di Giuseppe Dipasquale per il Teatro Stabile di Napoli.
Davanti al sipario, illuminata da più fari, entra in scena una figura che indossa un cilindro. Mentre parla il fumo invade il palcoscenico e si spinge fino alla platea, investe gli spettatori quasi fino a nasconderli. La figura con il cilindro annuncia una commedia che avrà a che fare con la verità e con l’inganno. “Ma cos’è l’inganno?” ci chiede l’attrice sul palco, sfilandosi guanti rossi, nascondendoli nel cappello, indossandolo, riprendendolo e manipolandolo. “L’inganno è l’abilità di fornire false verità che procurano beneficio al bugiardo? A prima vista questa definizione può sembrare adeguata, ma riflettiamo un momento: prestigiatori e mentalisti devono talvolta usare l’inganno. Sono quindi dei bugiardi? La stessa cosa succede quando andiamo a teatro. Gli attori recitano una parte e quindi, di fatto, non sono onesti nel momento in cui si presentano per ciò che non sono. Stanno mentendo anche loro?”.
Lo spettacolo
Così inizia la “La Brocca Rotta”, in scena al Mercadante dal 24 Aprile al 5 Maggio, commedia scritta da Heinrich von Kleist nei primi anni dell’ottocento e che il Teatro Stabile di Napoli mette in scena con la regia di Giuseppe Dipasquale. Gli attori si presentano con un trucco marcato, bianchissimo nella pelle e ferocemente rosso nelle ferite, i lineamenti marcati da linee nere e spesse, e si muovono in una scenografia essenziale ma particolarmente ben riuscita, che gioca col fumo e con le ombre e con le luci.
Il giudice Adam – interpretato mirabilmente da Mariano Rigilio, che alla fine dello spettacolo guadagna, meritatamente, l’applauso più lungo – vive nella commedia un giorno davvero sfortunato. Da poco alzatosi incontra il suo cancelliere e scrivano, Licht (interpretato da un bravissimo Antonello Cossia), e gli tocca spiegargli sia il motivo per cui il suo viso e la sua testa si presentino deturpati da più ferite – è caduto sulla stufa, proprio sulla decorazione che rappresenta una diabolica capra, ferendosi profondamente – sia la ragione per cui sia rimasto senza alcuna parrucca da giudice – una la gatta gliel’ha persino rubata, ci ha partorito i cuccioli, ben cinque, che annuncia di voler annegare. La sua tremenda giornata però non si conclude ancora, perché Licht prima e un’altra persona poi gli annunciano l’arrivo del consigliere di giustizia Walter (Andrea Renzi), che dovrà assicurarsi che i tribunali proviciali come quello di Adam svolgano bene la loro funzione. Walter si presenta, e nonostante il tergiversare del giudice Adam si ritrova ad assistere ad un processo il cui scopo è stabilire chi ha rotto la brocca che era nella camera di Eva (Silvia Siravo), figlia della vedova Marta Rull (Anna Teresa Rossini), la notte precedente.
Una commedia perfetta
Lo spettatore non può che lasciarsi andare a sorrisi e risa seguendo le vicende della brocca rotta, scoprendo quasi da subito quale sia la verità che la riguarda, ma senza sapere se e come questa verità verrà davvero svelata. La commedia si snoda tra personaggi e musiche che portano la firma di Matteo Musumeci, allusioni religiose, Adamo ed Eva moderni, umani e peccatori. Tutti gli attori, tutti i personaggi sanno quale sia la verità ma nessuno sembra volerla o poterla rivelare – come commenta il regista Giuseppe Dipasquale, “la brocca è rotta, l’ha rotta il diavolo, ma il diavolo non si può processare.”. La commedia di von Kleist, che in passato è stata definita “perfetta” per i giochi di parole e i meccanismi comici che mette in scena, mentre la trama avanza fino alla scoperta dell’incredibile colpevole, trova in questi interpreti una rappresentazione altrettanto perfetta. Senza voler svelare troppo, pur parlando di una commedia molto conosciuta, ci si limiterà a consigliare la visione di questo spettacolo che, nella sua elaborata semplicità, diverte, anche se in parte amaramente, lo spettatore.