Da venerdì 10 maggio, è stata aperta al pubblico, per la prima volta nella storia, la biblioteca del Museo Filangieri. La sala, contenente più di diecimila volumi, esporrà anche il fitto carteggio tra Gaetano Filangieri e Benjamin Franklin.
La biblioteca di Museo Filangieri
di Sabrina Corbo – In occasione della XXV edizione del maggio del Maggio dei Monumenti 2019, dal titolo Il diritto alla felicità di Filangieri e il ‘700 dei Lumi, ieri mattina, Nino Daniele (Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli) e il direttore del Museo Filangieri Paolo Iorio hanno aperto per la prima volta al pubblico l’antica biblioteca del museo. Sarà anche aperto un nuovo percorso museale, che mostrerà quadri mai esposti prima, rari acquerelli con ricami, e ritratti della famiglia Filangieri. In particolare, sarà possibile toccare con mano la lettera a Franklin, in cui il giurista napoletano allegava una copia della Costituzione varata nel settembre del 1787, le lettere di Melchiorre Delfico che gli dice di aver letto e apprezzato La Scienza della legislazione, ma anche l’elogio funebre che fu letto nel 1799 da Mario Pagano.
Il diritto alla felicità
Nelle lettere emergono la passione e la riflessione su temi politici e sociali, proprie degli intellettuali dell’Illuminismo. Il tema della libertà naturale, personale, economica, civile e politica è esplorato dal filosofo con una straordinaria lucidità. Per il filosofo napoletano, la libertà è il presupposto alla felicità.“Filangieri fu un intellettuale scomodo”, ha sottolineato Nino Daniele, all’apertura della biblioteca. Non solo scomodo, ma anche visionario. Fu lui, infatti, ad ispirare Benjamin Franklin nella stesura della Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America. Mentre gli americani stavano scrivendo la loro Costituzione, mettendo l’accento sulla proverbiale ricerca della felicità, Filangieri aveva già formulato la concezione del diritto alla felicità. “Nessuno può essere felice da solo”, ha infine affermato Nino Daniele, “per Filangieri la felicità personale e la felicità pubblica non possono che coincidere.