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Vendevano auto online di ignari proprietari e intascavano migliaia di euro

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Hanno messo in vendita un’auto, intestata all’ignaro proprietario, incassando ottomila euro. Tre persone, residenti in diverse province italiane, sono state denunciate dai carabinieri del Comando provinciale di Avellino per una serie di truffe consumate on line.

L’ultima vittima è stato un autotrasportatore di Mirabella Eclano che spinto dal prezzo vantaggioso ha versato la somma su una carta prepagata indicata dai truffatori.

Gli stessi carabinieri hanno denunciato un 23enne di nazionalità straniera per tentata estorsione: dopo aver conquistato la fiducia di un giovane, era entrato in possesso di foto intime della vittima alla quale ha poi chiesto mille euro minacciando di pubblicarle sui social.

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Armi finte modificate in vere: blitz a Napoli e provincia

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Sul banco delle modifiche hanno trovato anche una pistola finta, una replica di quelle vere, in procinto di essere trasformata in un’arma capace di sparare in sicurezza.

Dopo gli appelli giunti da più parti a “a disarmare Napoli” rappresenta una prima risposta delle forze dell’ordine e della magistratura l’arresto di due artigiani, di 58 e 62 anni, eseguito tra Napoli e provincia dalla Polizia di Stato.

I provvedimenti sono stati notificati nell’ambito di indagini della Squadra Mobile partenopea e riguardano due veri e propri esperti della materia, che avevano allestito due officine altamente sofisticate tra capoluogo partenopeo e il suo hinterland, precisamente a Sant’Anastasia.

I due artigiani sono stati sorpresi dagli agenti della Squadra Mobile e dei commissariati di Poggioreale e Ponticelli mentre, all’interno dei locali della ditta presso la quale lavorano, si scambiavano una pistola semiautomatica calibro 6.35, con matricola abrasa e caricatore contenente sei proiettili.

Trovata e anche una particolare colla bicomponente adoperata, in particolare, per evitare che le repliche delle pistole modificate – realizzate con materiali simili ma non ugualmente performanti a quelli adoperati per le vere – potessero esplodere all’atto dello sparo.
Le misure cautelari sono state emesse dai gip di Napoli e Nola su richiesta degli uffici inquirenti coordinati dai procuratori Nicola Gratteri e Marco Del Gaudio.

I poliziotti hanno sequestrato ai due indagati materiale e attrezzature sofisticatissime tra cui torni e soprattutto libretti di istruzioni nei quali sono indicati i punti dell’arma su cui agire, modello per modello. All’interno di un armadietto dell’azienda dove i due prestavano servizio è stata sequestrata un’altra pistola semiautomatica, anche questa 6.35. A Poggioreale, in un’abitazione, sono stati rinvenuti e sequestrati una pistola replica Beretta modello 92, circa 20 munizioni di diverso calibro e numerose parti di armi da fuoco utili all’impiego.

A Sant’Anastasia la Polizia ha trovato invece un locale che uno degli arrestati aveva organizzato come una vera e propria officina per la preparazione, riparazione e la modifica delle armi da fuoco. Lì sono stati sequestrati torni, frese, prodotti chimici per la saldatura e la pulizia, strumenti per la manutenzione e preparazione delle armi da fuoco, un silenziatore, svariate canne di pistole, altre parti di armi utili all’impiego e un lampeggiante del tipo utilizzato dalle Forze dell’Ordine.

Nei vari libretti trovati erano riportante le specifiche tecniche di alcune pistole “replica”, con l’indicazione dei pezzi da sostituire, con i relativi codici identificativi, proprio per trasformare le armi giocattolo in vere e proprie armi da fuoco. La catalogazione del materiale sequestrato, che verrà sottoposto al vaglio degli esperti di balistica della Polizia di Stato, è ancora in corso.

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Agro Aversano: rapina imprenditore e figli, arrestato 33enne

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I Carabinieri della stazione di Teverola (Caserta) hanno eseguito ieri un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Napoli Nord, nei confronti di un 33enne residente ad Aversa.

L’uomo sarebbe responsabile di una rapina avvenuta l’11 giugno scorso a Teverola ai danni di un imprenditore e dei suoi due figli. L’imprenditore è stato raggiunto in strada da due soggetti, con volto coperto da maschere e armati di un fucile, quest’ultimo risultato rubato, mentre si accingeva a versare in banca una considerevole somma di denaro prelevata poco prima in un esercizio commerciale.

La reazione delle vittime e quella di un passante hanno consentito di evitare che gli aggressori si impossessassero del denaro, riuscendo solo a sottrarre degli effetti personali, per poi scappare inizialmente a piedi e, successivamente, a bordo di un’auto sulla quale era presente almeno un complice, in attesa in una strada limitrofa. Sul posto, i rapinatori hanno abbandonato un ulteriore veicolo, utilizzato per avvicinarsi alle vittime, che era stato noleggiato.

Sullo stesso sono state apposte targhe appartenenti a un’altra vettura, risultate smarrite. Nella fuga uno dei rapinatori ha abbandonato un telefono cellulare all’interno dell’auto abbandonata. Nell’auto sono state trovate le impronte del 33enne e sono risultati numerosi i contatti tra la sua utenza telefonica e quella presente nel telefono trovato nell’auto, immediatamente antecedenti la tentata rapina.

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Giallo a Napoli: Salvatore Cannava trovato morto, era scomparso dopo una lite

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Salvatore Cannava era scomparso lo scorso 8 novembre dalla sua abitazione a Napoli dopo un lite con i vicini di casa. La sua storia è stata mandata in onda anche dalla trasmissione “Chi l’ha visto”.

Il cadavere del 50enne è stato rinvenuto in via delle Repubbliche Marinare a Napoli con il volto completamente sfigurato. L’uomo era scomparso di casa nella tarda mattinata dell’8 novembre dopo aver litigato con un vicino al mattino presto e al quale aveva lanciato una statua contro il suo balcone.

In realtà il cadavere dell’uomo era stato trovato dalla Polizia già l’8 novembre senza documenti e siccome non vi era alcuna denuncia il corpo era stato portato in obitorio. Poi dopo la segnalazione al programma di Rai3, la vicenda si è sbloccata.

Per i vicini di casa Salvatore non era un violento, aveva solo questi momenti di assenza mentale e aveva bisogno di aiuto. Solo con un vicino c’erano spesso delle liti ma nulla di trascendentale. Il giorno della scomparsa, Salvatore Cannava si era allontanato con il suo cane, proprio dopo una lite con questo vicino, culminata con il lancio di una piccola statuetta. Dopo qualche ora però, il cagnolino fece ritorno a casa senza il suo padrone.

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Omicidio Silvia Nowak: indagato il compagno

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Il compagno di Silva Nowak, la 53enne tedesca trovata semi-carbonizzata il 18 ottobre scorso a Ogliastro Marina (Salerno), è indagato.

La Procura di Vallo della Lucania, che guida l’inchiesta, ha iscritto il compagno della vittima, un connazionale di 62 anni, nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio.

L’uomo, assistito dall’avvocato Felice Carbone, ha ricevuto l’avviso di garanzia, un atto che anticipa una serie di accertamenti irripetibili mirati a fare luce sulla drammatica vicenda. Nei giorni immediatamente successivi al ritrovamento del corpo, i carabinieri del Ris di Roma hanno eseguito approfondite analisi nella villetta in cui viveva la coppia e nel giardino circostante, concentrandosi in particolare nella zona in cui è parcheggiato il camper, dove si trovava il 62enne quando la donna si era allontanata, dando inizio alla serie di eventi che hanno portato alla tragica scoperta.

Gli esami di laboratorio previsti nei prossimi giorni potrebbero fornire elementi cruciali per ricostruire le ultime ore di vita della vittima.

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Pagani: rogo distrugge deposito di materiale plastico e legno

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Un vasto incendio è divampato questa notte a Pagani (Salerno) intorno alle 4. Per cause ancora da accertare, le fiamme hanno interessato un deposito di cassette in plastica e legname.

Per estinguere completamente il rogo, i Vigili del Fuoco sono intervenuti con sei mezzi convogliati da Nocera e Sarno oltre un’autobotte in supporto da Salerno.

Ingenti i danni alla struttura. Fortunatamente non ci sono stati feriti. I pompieri stanno ancora operando per raffreddare le braci ancora attive.

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Le foto di Marco Sommella all’interno dell’Auditorium Rai di Napoli

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Il corridoio che accompagna le persone all’interno dell’Auditorium Domenico Scarlatti della sede Rai di Napoli è adornato da circa un anno dalle foto scattate dal reporter napoletano Marco Sommella, foto scattate in eventi e programmi realizzati proprio all’interno dell’auditorium. Figlio d’arte, ha imparato tutto dalla madre Gilda Valenza, storica fotografa partenopea.

“Sono onorato e orgoglioso che la Rai di Napoli abbia deciso di utilizzare le mie foto per questo allestimento permanente del corridoio che porta all’Auditorium Scarlatti – dichiara Marco Sommella – ci sono le foto dei più grandi come Sophia Loren, Mike Bongiorno, Fabrizio Frizzi, Gigi Proietti e tanti altri – prosegue il reporter – quando ho iniziato questo lavoro, non avrei mai immaginato di diventare anche un fotografo di scena per produzioni televisive, teatrali e cinematografiche e mai avrei immaginato che in questo corridoio, percorso oggi da grandi star, sarebbero state esposte proprio le mie foto. La fotografia, prima di essere il mio lavoro è la mia più grande passione – conclude Sommella – ogni scatto mi sembra sempre il primo per le emozioni che provo, ed è proprio questo il mio segreto, la fotografia riesce ancora ad emozionarmi come quando ero ragazzo”.

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Bacoli, attentato al finanziare: ecco la prima condanna

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Ha accolto le richieste dalla Procura di Napoli il giudice Rosaria Aufieri, che, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato, ha condannato a dieci anni di reclusione il 51enne Franco Di Pierno, ritenuto colui che confezionò la bomba posizionata nell’auto di un finanziere per ucciderlo, fortunatamente senza riuscirci.

L’episodio è avvenuto a Bacoli, in provincia di Napoli, il 21 marzo 2023.

Secondo quanto emerso dalle indagini della procura (pm Maurizio De Marco, procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli) a ordinare l’omicidio fu l’ex compagna, un avvocato, dell’ufficiale della Guardia di Finanza che si salvò letteralmente per miracolo.
Dagli accertamenti, durati un anno, dei carabinieri del nucleo investigativo di Napoli, emerse che Di Pierno effettuò diversi sopralluoghi prima di piazzare la bomba e farla esplodere utilizzando un telecomando.

Così, la ex del finanziere, sempre secondo le indagini, voleva dirimere la querelle sorta tra i due per l’affidamento del figlio della coppia. A confezionare l’ordigno, secondo gli inquirenti, fu invece il 46enne Ciro Caliendo, cognato di Di Pierno, che la settimana scorsa si è visto rigettare il ricorso presentato ai giudici del Riesame.

Caliendo è sotto indagine anche per un altro episodio violento, la morte della moglie, deceduta mentre con il marito era a bordo di una Fiat 500. L’incidente stradale è avvenuto la fine dello scorso settembre, in provincia di Foggia, precisamente a San Severo.

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“Spara! Sparami qui! Vediamo se sei capace” l’inquietante dialogo tra Arcangelo Correra e Renato Caifa

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Spara! Sparami qui! Vediamo se sei capace“.

Devono essere state più o meno queste, secondo la ricostruzione degli inquirenti, le parole rivolte da Arcangelo Correra al suo amico Renato Caiafa, che brandiva la pistola che poi lo ha ucciso.

Arcangelo lo sfidava a sparare, mostrando il petto… tutti guardavano nella loro direzione e, una volta esploso il colpo, gli hanno urlato ‘cosa hai fatto‘”: è da brividi il racconto contenuto nell’ordinanza con la quale il gip di Napoli ha disposto il carcere per il 19enne Caiafa reo confesso dell’omicidio dell’amico di 18 anni.

Arcangelo è stato ferito a morte all’alba di sabato scorso in una piazzetta nel cuore di Napoli e poi è morto verso le 11 nell’ospedale Vecchio Pellegrini dove lo stesso Caiafa e un altro ragazzo l’avevano accompagnato in sella a uno scooter.

Il 19enne ha più volte sostenuto di essersi reso conto che quella era un’arma vera e propria solo “al momento dello sparo” e solo dopo avere visto “il sangue di Arcangelo a terra”. E, afferma il gip, sebbene possa ritenersi plausibile l’ipotesi del gioco finito in tragedia (come riferito anche da una fonte confidenziale), è invece inverosimile che, come sostenuto dal ragazzo, l’arma sia stata trovata per caso, sopra la ruota di una macchina parcheggiata.

A Caiafa per ora viene contestato il porto, la detenzione e la ricettazione della pistola che avrebbe sparato, una calibro 9×21 rubata, con la matricola cancellata, senza il tappo rosso e con il caricatore maggiorato, nascosta e recuperata solo grazie alla madre dell’indagato. Un’arma (“forse destinata all’uso predatorio”) che Caiafa avrebbe scorto sullo pneumatico di un’auto parcheggiata e poi preso, non sapendo se vera o giocattolo. Ma, per il giudice, solo chi sapeva che era lì poteva recuperarla nelle prime e più buie ore di quel drammatico sabato, in quanto si tratta di un’arma nera, nascosta tra una ruota anch’essa nera e la carrozzeria della vettura.

In sostanza, secondo il gip, l’arma era già nella disponibilità di quei quattro ragazzi. “Nessuno – sostiene il magistrato – avrebbe lasciato un’arma carica, considerato il suo valore… la criminalità tende ad acquisire il possesso di questo tipo di armi… possono essere usate mille e mille volte” perché “clandestine, difficilmente ricollegabili ai delitti e ai loro autori“. All’autorità giudiziaria, inoltre, appare quantomeno strana la circostanza che Caiafa, dopo avere accompagnato l’amico moribondo in ospedale su uno scooter – risultato peraltro in uso anche a soggetti legati alla camorra – malgrado sconfortato abbia trovato la lucidità di chiedere allo zio di recuperare la pistola lasciata in piazza, spingendolo praticamente a commettere un reato.

Che senso avrebbe avuto – sottolinea il gip – recuperare l’arma se fosse stata rinvenuta per caso e non fosse stata riconducibile proprio a quei ragazzi e a chi quei ragazzi li aveva armati”?. In sostanza, “tutta la condotta post factum tenuta da Caiafa dimostra che quell’arma non era stata trovata per caso“. Circostanza peraltro affermata solo da lui e non anche dagli altri amici presenti. Il fermo non è stato convalidato per insussistenza del pericolo di fuga, visto che il giovane si è presentato spontaneamente in Questura, anche se è ipotizzabile invece la reiterazione del reato – dall’ordinanza emerge che aveva la possibilità di reperire armi “dagli stessi circuiti criminali che lo hanno, già nel recente passato, armato” – e l’inquinamento probatorio: il carcere, a differenza dei domiciliari, gli preclude la possibilità di entrare in contatto con i suoi amici (erano in quattro, anche un cugino omonimo della vittima e si sono mostrati reticenti) per influenzarne la versione dei fatti. E, come dimostrerebbero lo spostamento dell’arma, i vestiti di cui si è liberato e la cancellazione delle eventuali impronte sull’arma, Caiafa si sarebbe già adoperato per nascondere le prove agli inquirenti.

Le indagini proseguono anche per capire quale sia l’ipotesi di reato da contestate in relazione all’omicidio che non si esclude possa essere di tipo volontario con “dolo eventuale”.

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Prorogata allerta meteo sulla Campania

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La Protezione Civile della Regione Campania, alla luce delle valutazioni del Centro Funzionale, ha prorogato e integrato la vigente allerta meteo di colore Giallo per temporali.

L’avviso di criticità scadrà alle 12 di domani, giovedì 14 novembre e non più alle 8 del mattino, come precedentemente indicato. Dalla mezzanotte, però, la perturbazione si estenderà anche alla zona 7 (Tanagro) ma lascerà la zona 2 (Alto Volturno e Matese).
Andrà ad esaurirsi, su tutto il territorio, gradualmente a partire dalla mezzanotte, anche l’allerta vento.

Ecco il quadro in dettaglio:

Fino alla mezzanotte:
Allerta gialla su tutte le zone ad esclusione della 4 (Alta Irpinia e Sannio) e della 7 (Tanagro). Si prevedono, in particolare, “Precipitazioni da locali a sparse, anche a carattere di rovescio o temporale, puntualmente di moderata intensità. Venti temporaneamente forti nord-orientali con possibili raffiche. Mare localmente agitato, in particolare lungo le coste esposte ai venti”.

Dalla mezzanotte fino alle 12 di domani:
Allerta gialla su tutte le zone ad esclusione della 2 (Alto Volturno e Matese).
Si prevedono “Precipitazioni da locali a sparse, anche a carattere di rovescio o temporale, puntualmente di moderata intensità”.

Va prestata attenzione al rischio idrogeologico: saranno possibili allagamenti, esondazioni, ruscellamenti, caduta massi e frane in considerazione della fragilità dei territori.

Si ricorda ai Sindaci di attivare o mantenere attivi i Centri Operativi Comunali (COC), di attuare tutte le misure previste dai rispettivi piani di protezione civile e di monitorare il verde pubblico e le strutture esposte alle sollecitazioni degli agenti atmosferici.

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