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I corti della Formica, XII edizione al Tram

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Direzione artistica di Gianmarco Cesario

Da martedì 17 a domenica 22 ottobre a Napoli

 

Nel novembre 2005 nasce La Corte della Formica,il primo festival di corti teatrali ideato e realizzato a Napoli, prodotto da “Teatro a Vapore” .

Dopo dieci edizioni, una pausa, e una ripresa parziale, ritorna, ora, con una nuova egida, Aries Teatro ed eventi, ed un nuovo (in parte) nome: I Corti della Formica. Nuovo anche lo spazio che la ospita, il TRAM, luogo ideale per far nascere ed incontrare quel teatro artigianale, che forse rappresenta l’ultima possibilità che ci resta per far vivere un’arte fagocitata dall’industrializzazione e dalle leggi di un mercato che l’hanno completamente snaturato.

La novità più grande, però, di questa dodicesima edizione, riguarda la composizione della giuria: sei studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori, selezionati grazie alla collaborazione con il M° Luigi Filamore, su suggerimento dei loro insegnanti, vedranno, commenteranno e giudicheranno, coadiuvati da un giornalista o da un esperto di teatro che farà loro da tutor, i dodici corti in gara, e sceglieranno i vincitori dei premi per il miglior corto, miglior testo, miglior regia, miglior attore e miglior attrice.

Questi i nomi dei giovani giurati e le scuole di appartenenza: Elisa Apreda (ISIS Casanova), Michele Boccia (Liceo Classico Vittorio Emanuele), Salvatore Cerella (Liceo Classico Vittorio Emanuele), Greta Esposito (Liceo Classico Genovesi), Emanuela Pennino (ISIS Casanova) Valeria Maria Varriale (Liceo Scienze Umane Genovesi).

 Altri premi saranno attribuiti dalla direzione artistica del TRAM (allo spettacolo più innovativo), dal direttore artistico del Positano Teatro Festival, Gerardo D’Andrea che sceglierà uno o più corti da promuovere in una serata speciale del festival e dalla giuria popolare costituita dai possessori della FormiCard, che permette l’accesso a tutte e sei le serate.

Il tema che abbiamo voluto proporre agli autori che partecipano quest’anno è quanto mai, purtroppo, d’attualità. Guerra e Pace. Ancora una volta, però, ci troviamo a declinare la traccia in una serie di accezioni che ci riportano a spaziare nei contenuti e negli stili, trovandoci di fronte a dodici mini-spettacoli che ci offrono, per venti minuti ognuno, la possibilità di riflettere, emozionarci, conoscerci, amare e divertirci, come solo il teatro sa fare.

Quest’anno, partner della manifestazione è la MEDIAMORPHOSYS, una nuova azienda operante nella distribuzione via Internet di contenuti di intrattenimento.

 A capo è molto di più: fa della diffusione dello spettacolo e della cultura il proprio core. Spettacolo, quindi, ma anche interviste, concerti, speciali di approfondimento ed esclusive, documentari, serie e progetti editoriali. “Ho sempre letto il quotidiano Alla rovescia: dalle pagine culturali alla cronaca” – commenta Antonio Gargiulo l’ideatore del progetto – “ ed ho sempre avuto la necessità di dare e avere attorno a me più spazio per quelle tematiche, di cui l’Italia è maestra ed esportatrice”.

 L’idea, continua Gargiulo, non è stata quella di rendere multimediale la cultura-già lo è senza fatica interne. La scommessa e nel far permeare il mondo dello spettacolo e delle tradizioni artistiche nell’universo newmediale.   

 Ne VEDRETE delle belle, alcune bellissime, molte sicuramente uniche!

 TRAM, via Port’Alba 30  – NAPOLI

Alan De Luca e Lino D’Angiò con i “Laiv Garibaldi”

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Grande evento al Centro Commerciale Conad di Somma Vesuviana, sul palco anche le modelle della Fashion Model e due campioni regionali di ballo

 Domenica 15 ottobre 20,30 a Somma Vesuviana

 

Somma Vesuviana (NA) – Si terrà domenica 15 ottobre, alle ore 20,30 al Centro Commerciale Conad di Somma Vesuviana (via Allocca, 2), un evento completamente gratuito dedicato a tutti i sommesi e non.

Si tratta di una serata fatta di moda, danza e comicità ideata ed organizzata dalla testata giornalistica nazionale “Cultura A Colori” in collaborazione con Radio Onda Music.

Il progetto vedrà l’esibizione di due campioni regionali di ballo, sommesi doc, conosciuti in tutto il mondo: Federica e Carmine Allocca, due giovanissimi ballerini, iscritti alla FIDS (Federazione Italiana Danza Sportiva), che a novembre parteciperanno ad una gara mondiale a Malta. Nel corso della serata  ci sarà anche un momento di moda con una sfilata a cura dell’agenzia Fashion Models di Pina Fiorucci, con l’assegnazione del titolo “Miss Conad 2017”.

Per finire, sul palcoscenico si esibiranno i “Laiv Garibaldi”, composti da Alan De Luca e Lino D’Angiò. Le due star della tv, che tante risate hanno regalato al pubblico campano, tornano insieme per allietare gli animi dei presenti con uno spettacolo straordinario e imperdibile, fatto di sketch e tanto divertimento!

Nella galleria del supermercato, inoltre, sarà allestito un mercatino di artigianato con libri, gioielli, borse, vestiti e oggetti di home decor.

Lo scopo è far conoscere l’artigianato locale. È prevista anche la consegna di tre regali per i clienti in platea.

Nuova Orchestra Scarlatti, al via i Concerti d’Autunno

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Orchestra con la “direttrice”  più giovane d’Italia

  Musiche di Puccini, Haydn e Mozart

  Venerdì 20 ottobre  ore 20:3o, Basilica di San Giovanni Maggiore 

 

Chi ancora afferma che la musica classica non sia cosa da ragazze è destinato a ricredersi: il ciclo dei Concerti d’Autunno della Nuova Orchestra Scarlatti si apre difatti con due giovani musiciste di indiscusso talento. La Nuova Scarlatti sarà infatti diretta per l’occasione da Beatrice Venezi.

Lucchese, classe ’90, è il direttore d’orchestra donna più giovane d’Italia già in carriera internazionale.

Sotto la sua direzione, la Nuova Orchestra Scarlatti spazierà tra Puccini e Mozart, e includerà il Concerto n. 2 in re maggiore per violoncello e orchestra di Franz Joseph Haydn.

Ed è proprio al violoncello che ci sarà l’altra giovanissima protagonista della serata, la 18enne Raffaella Cardaropoli. Campana di Bracigliano (Salerno), Raffaella ha studiato in Italia e in Svizzera e vanta già svariati premi in concorsi nazionali e internazionali. Ora debutta da solista con la Nuova Scarlatti dopo essersi esibita a Londra e New York.

La performance

Il concerto si terrà venerdì 20 ottobre 2017 a partire dalle 20:30 nella suggestiva cornice della Basilica di San Giovanni Maggiore Pignatelli (nel centro storico di Napoli).

“Ci apprestiamo ad affrontare questo nuovo ciclo di concerti con grandissimo entusiasmo – afferma il maestro Gaetano Russo, fondatore e direttore artistico della Nuova Orchestra Scarlatti – e siamo fieri di aver organizzato un primo appuntamento di buona musica.

Anche la scelta del primo concerto d’autunno non è casuale: serve infatti a ribadire l’attenzione che la Nuova Orchestra Scarlatti pone sul territorio (napoletano, campano e del sud Italia) e sulla diffusione della cultura musicale, intesa come avvicinamento dei giovani al mondo della musica, che sarà parte integrante delle attività programmate 2017-18.

E lo facciamo con due giovani talenti che sono ben più di una promessa, ma già una realtà”.

  Il profilo: Beatrice Venezi

Diplomata in piano nel 2010 al Conservatorio di Siena, Beatrice Venezi con il suo 110/110 e lode in direzione d’orchestra al Conservatorio di Milano nel 2015 è diventata la più giovane direttore d’orchestra italiana, ad appena 25 anni.

Nonostante la giovane età, il suo curriculum è già di notevole spessore: ha già guidato l’Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano, la Nuova Orchestra Scarlatti, l’Orchestra della Magna Grecia, il Dèdalo Ensemble, l’Orchestra da Camera Fiorentina, l’Orchestra Filarmonica di Lucca, l’Orchestra Filarmonica Campana, l’Orchestra Sinfonica Alma, l’Orchestra Filarmonica di Benevento, l’Orchestra Foundation Bulgaria Classic, l’Orchestra e il coro del Teatro Bolshoij di Minsk.

Attualmente è assistente direttore dell’Orchestra di Stato giovanile armena.

Donna di indiscusso fascino e carisma, Beatrice ha vinto il “Premio Donna 8 Marzo – La Musica per la Vita” di ASSAMI, il premio “Michelangelo Cupisti” per giovani artisti e, soprattutto, è stata scelta da Audi come testimonial del progetto Innovative Thinking in quanto “testimonial di innovazione” che “non perde il valore della tradizione”.

I CONCERTI D’AUTUNNO 2017. Quello del 20 ottobre è il primo appuntamento dei Concerti d’Autunno 2017 della Nuova Orchestra Scarlatti. Dopo una settimana, il 27 ottobre, seguirà l’appuntamento nella chiesa dei SS. Marcellino e Festo con l’Orchestra Scarlatti Young, diretta per l’occasione da Marco Attura e avrà come solista il violino di Erik Buchberger, 18enne proveniente dalla Scarlatti Junior.

Seguiranno appuntamenti ricchi di spunti e contaminazioni non convenzionali: il 17 novembre sempre alla chiesa dei SS. Marcellino e Festo Soldaten, un progetto che vede i solisti della Nuova Orchestra Scarlatti affiancata da Enzo Salomone in un percorso drammaturgico-musicale che ripercorre l’Europa durante la Grande Guerra; una settimana dopo stessa location ma concerto teatrale, Giaguara Suite, per “piccola orchestra e voce” di Federico Odling con brani di autori come Fo e Soldati.

Chiude il ciclo di concerti l’appuntamento dell’8 dicembre 2017 al Museo Diocesano di Napoli con ScarlattinJazz, con il classico di Scarlatti che incontra il jazz di Duke Ellington in uno spettacolo diretto da Bruno Persico.

INFORMAZIONI E PREVENDITA

CONCERTI D’AUTUNNO 2017

venerdì 20 ottobre     PUCCINI/HAYDN/MOZART   Basilica San Giovanni Maggiore, ore 20.30
venerdì 27 ottobre     FAURÉ/MOZART/DVOŘÁK  Chiesa dei SS. Marcellino e Festo, ore 20.30
venerdì 17 novembre SOLDATEN   Chiesa dei SS. Marcellino e Festo, ore 20.30
venerdì 24 novembre GIAGUARA SUITE  Chiesa dei SS. Marcellino e Festo, ore 20.30
venerdì 8 dicembre    SCARLATTInJAZZ  Museo Diocesano Napoli, ore 20.30

Set 5 concerti: € 40
prenotazione a info@nuovaorchestrascarlatti.it

Biglietto concerti San Giovanni Maggiore e Museo Diocesano: € 14
Biglietto concerti San Marcellino: € 12

prevendita
on line su www.azzurroservice.net
punti vendita TicketOnLine

vendita
presso le sedi dei concerti da un’ora prima dell’inizio

Prezzi riservati ai soci Ami Scarlatti:
San Giovanni Maggiore e Museo Diocesano € 12 –  San Marcellino € 10
(acquistabili on line su www.azzurroservice.net o presso le sedi dei concerti)

Info: 081 410175 – 320 7031182 –  info@nuovaorchestrascarlatti.it

la NOS sui social: flickr / facebook / twitter

Per condividere le nostre iniziative puoi aderire ad Ami Scarlatti

ELLIS ISLAND al Civico di Caserta

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Di e con Maurizio Igor Meta

14 ottobre, ore 21:00

15 ottobre, ore 19:00

Teatro Civico 14 – Caserta

 

Secondo appuntamento della stagione teatrale 2017/2018 del Teatro Civico 14 di Caserta con ELLIS ISLAND di e con Maurizio Igor Meta, dal 14 al 15 ottobre 2017. Un progetto multidisciplinare che comprende il Viaggio, il solo teatrale, un documentario, un libro e una mostra fotografica.

Nel novembre 2015 Maurizio Igor Meta incomincia il suo viaggio dal porto di Napoli in nave cargo per ripercorrere i passi del bisnonno che, nel novembre del 1890, decise di partire per gli Stati Uniti, dove lavorò per l’antica società ferroviaria degli Stati Uniti d’America, la Pennsylvania Railroad.  Partendo dalle sensazioni avute nel ripercorrere il suo cammino e combinandole con le ricerche storiche sulla vita degli immigrati italiani, Maurizio Igor Meta ha costruito una drammaturgia che evoca il momento della partenza, il viaggio in nave, l’arrivo ad Ellis Island, la fatica sulle rotaie, fino al ritorno all’Origine, in un Viaggio epico e poetico.  Una drammaturgia originale e intensa, in grado di ripercorrere attraverso la poesia dell’autore la personale esperienza di vita rendendo lo spettacolo un viaggio universale.

“In nave ho frequentato i luoghi che gli emigranti – spiega Meta – vivevano quotidianamente, come il ponte di coperta, l’allora lower deck. Durante il viaggio non ho utilizzato né internet né il telefono, nemmeno al mio arrivo a Port Elizabeth, avvenuto, come credo per il mio bisnonno, dopo ventuno giorni di navigazione, e ho scritto una lettera a casa per avvisare del mio arrivo. A New York, per tre mesi ho abitato le medesime strade dove il mio antenato visse, attraversando gli stessi luoghi. Oggi, il nome del mio bisnonno è iscritto sul monumento commemorativo presente sull’isola, The American Immigrant Wall of Honor. Per quanto riguarda me, almeno un paio di volte, in passato, sono stato vicino a partire per gli Stati Uniti. In aereo, come tutti. Ma, per un motivo o per un altro, alla fine non sono mai partito. Il tempo riesce sempre a dare una spiegazione autentica degli eventi che ci capitano: la prima volta doveva essere in questo modo… dovevo salpare.”

Il solo teatrale è seguito da un allestimento di ventuno fotografie, ventuno come i giorni di viaggio, indipendente dal progetto di mostra fotografica e pensato esclusivamente per i foyer dei teatri.

CREDITI

ELLIS ISLAND

di e con Maurizio Igor Meta

in “creation residency” presso La MaMa Experimental Theatre New York

coproduzione La MaMa Umbria International, URA_Centro Teatrale Umbro

con il sostegno di Kilowatt Festival, Qui e Ora Residenza Teatrale

in collaborazione con La Corte Ospitale

scena, costumi, luci, suono, video Maurizio Igor Meta

collaborazione scena e costumi Alessandra Bonanni

collaborazione suono e musiche originali Danilo Valsecchi

 

LINK DI RIFERIMENTO AL PROGETTO

Instagram.com > @ellisislandtheproject

Video e Foto di Francesco Domenico D’Auria > https://vimeo.com/236754560

Video crowdfunding settembre 2015 > https://vimeo.com/183110217

 

NOTE AL PROGETTO DI MAURIZIO IGOR META

Ellis Island è il Viaggio della Vita.

Il 19 novembre 2015 sono partito in nave cargo dal porto di Napoli per ripercorrere i passi del mio bisnonno che, nel novembre del 1890, decise di partire per gli Stati Uniti, dove lavorò, pala e piccone, per la Pennsylvania Railroad. Sono voluto partire a novembre sia per l’alto valore simbolico, sia per avvicinarmi quanto più possibile alle sue condizioni. In nave ho frequentato i luoghi che gli emigranti vivevano quotidianamente, come il ponte di coperta, l’allora lower deck. Durante il viaggio non ho utilizzato né internet né il telefono, nemmeno al mio arrivo a Port Elizabeth, avvenuto, come credo per il mio bisnonno, dopo ventuno giorni di navigazione, e ho scritto una lettera a casa per avvisare del mio arrivo. A New York, per tre mesi ho abitato le medesime strade dove il mio antenato visse, attraversando gli stessi luoghi, tra cui Ellis Island, la Battery e il Lower East Side, fino a camminare lungo le rotaie, alcune abbandonate, delle ferrovie alla cui costruzione ha probabilmente lavorato. Partendo dalle sensazioni avute nel ripercorrere il suo cammino, e combinandole con le ricerche storiche sulla vita degli immigrati italiani, ho costruito una drammaturgia che evoca il momento della partenza, il viaggio in nave, l’arrivo ad Ellis Island, la fatica sulle rotaie, fino al ritorno alle origini, in un Viaggio epico e poetico che usa, in particolare, gli antichi e “semplici” strumenti della voce e del corpo, coniugando la dinamica del movimento con la musicalità della parola. 

 

INFO E PRENOTAZIONI

Teatro Civico 14

Via F. Petrarca (Parco dei Pini) c/o Spazio X

81100, Caserta

  1. (+39)0823.441399

info@teatrocivico14.it

www.teatrocivico14.org

Sabato 14 ottobre ore 21:00

Domenica 15 ottobre ore 19:00

Intero > € 12,00

Ridotto > € 10,00

Leo Gullotta e “Lettere a mia figlia” in concorso

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Al Gala del Cinema e della Fiction in Campania

Il film breve, premiato ai Nastri d’Argento e al Giffoni Film Festival, vede l’attore siciliano nei panni di un anziano ammalato di Alzheimer: l’opera diventa anche un omonimo libro

Una menzione speciale ai Nastri d’Argento, miglior corto al Giffoni Film Festival, in selezione ai David di Donatello e premi in tutta Italia. “Lettere a mia figlia” vede protagonista Leo Gullotta nei panni di un anziano padre che scrive delle lettere alla figlia nel tentativo di spiegare la sua malattia.  «Un corto che serve a far entrare chi guarda in questa piccola storia di una malattia terribile, l’Alzheimer» così l’attore siciliano. Il film breve ora è in concorso al Galà del Cinema e della Fiction in Campania (proiezioni e premiazioni ore 20 di giovedì 12 ottobre al cinema Metropolitan di Napoli), kermesse ha già riconosciuto un premio speciale a Gullotta per la sua interpretazione.

«La storia che si racconta è quella di un uomo che ha vissuto la sua vita gioiosa in famiglia con la moglie e la bambina che diventerà presto donna – racconta Gullotta – In questo percorso lo aggredisce la malattia che porterà lui e la sua famiglia ad attraversare un dolore quasi “cosciente”. Un tema importante, girato magnificamente da un giovane regista. Un atto di solidarietà affettiva, verso chi ne ha bisogno».

Girato tra Napoli e provincia, “Lettere a mia figlia” è diretto da Giuseppe Alessio Nuzzo che lo scorso aprile ha esordito con il suo primo lungometraggio “Le verità”, vincitore del Gran Premio della Critica al Terra di Siena Film Festival, con Francesco Montanari, Nicoletta Romanoff, Anna Safroncik e la partecipazione di Maria Grazia Cucinotta. L’opera prodotta da Paradise Pictures con Pulcinella Film è stata trasmessa in prima tv da Studio Universal (Mediaset Premium DT).

«Raccontare di una malattia così delicata non è facile – dichiara il regista partenopeo, già direttore generale del Social World Film Festival – Ho ritenuto necessario far trasparire sin dai primi script il rispetto della dignità della persona in quanto tale cercando collaborazione nella stesura della sceneggiatura da parte di scienziati ed esperti in materia. “Lettere a mia figlia” è stato per me, e lo è ancora, un percorso di vita».

Intanto è in libreria l’omonimo libro, edito da Pulcinella Editore e a cura di Giuseppe Alessio Nuzzo con la prefazione di Leo Gullotta. Il testo, che ripercorre la malattia di Alzheimer, le origini, le motivazioni e la vera storia di “Lettere a mia figlia”, contiene il DVD con il film breve integrale e contenuti extra. «Un testo che possa custodire e raccontare in maniera esaustiva cosa c’è dietro “Lettere a mia figlia” – così Nuzzo – cosa c’è stato e cosa ci sarà alle spalle di questo cortometraggio e chissà, proprio grazie ai proventi della presente pubblicazione, rendere possibile il nostro sogno di concludere le lavorazioni del docufilm.  Magari tra non molto trasformarlo ancora, di nuovo, in qualcosa di più lungo».

VIDEO

 

ZTN presenta Ferdinandeide

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Uno spettacolo di Emilio Massa, tratto dall’opera di Annibale Ruccello, Ferdinando

Una produzione Luna e Vulcani, con: Maria Pacilio, Claudia Coraggio, Emilio Massa e Antonio Quartucci

 
Da venerdì 13 ottobre a domenica 14  ore 21 a Napoli
 

Odi, desideri, vendette bramosie sessuali si consumano all’interno di un palazzo settecentesco tra quattro personaggi tenuti in “ostaggio”dal proprio desiderio di vedere soddisfatti i loro più reconditi piaceri. Ferdinando è uno dei testi più importanti della drammaturgia napoletana degli anni ’80 ad opera di Annibale Ruccello, sfortunato autore morto prematuramente.

La storia narra di una Baronessa bornonica, Clotilde, dispotica e prepotente servita da Gesualdina, cugina povera che svolte il duolo di infermiera/cameriera. I giorni passano tra recite di rosari, pasticche e visite di Don Catello amante segreto di Gesualdina, povero e meschino, fino a quando non irrompe nella vita di tutti il giovane e bello Ferdinando che creerà intrecci, invidie e tradimenti all’interno del palazzo.

La Compagnia Luca e Vulcani ha cercato di evidenziare nella regia le caratteristiche intrinseche dei singoli personaggi. Clotilde baronessa decaduta, rappresenta il punto di rottura tra i Borboni uscenti ed i Savoia. Il suo attaccamento alla lingua madre, trionfo della napoletanità mai volgare ed a tratti sensuale, mai morbosa, amalgama di ironia, passione, aggressività, violenza e struggimento anche fisico.

Non a caso l’unico a parlare italiano è proprio il “traditore” Ferdinando, l’intruso giovane che con l’inganno porterà scompiglio nel vecchio palazzo e che ritornerà a parlare napoletano proprio quando questo inganno verrà svelato. La figura ambigua di Don Catellino è stata resa rappresentativa di un mondo, la Chiesa, di quel tempo ma anche attuale, per la capacità di cogliere la confusione, l’amoralità, la disillusione e l’opportunismo di una fase storica di passaggio. Tale falsa moralità fa capolino in Gesualdina, simbolo di un bigottismo dietro cui si nascondono peccaminosi desideri di evasione e ribellione. Oggi come allora, sembrano l’egoismo e il cinismo le categorie vincenti, utili a sopravvivere quando ogni morale, ogni valore, va a farsi benedire.

 
NOTE DI REGIA:
 
“La storia è questa. Mi chiamano per interpretare un don catello tra le tante messe in scena di Ferdinando nella stagione 2016 che commemorano la scomparsa del grande Ruccello.
Accetto con piacere anche perchè il ruolo era stato di Annibale che ho avuto il piacere di conoscere e di incontrare spesso perchè frequentatore con il maestro Gennaro Vitiello di quello storico movimento che chiamarono “Nuova Drammaturgia Napoletana” di cui facevano parte illustri autori come Moscato, Simonelli, Neiwiller, Taiuti, Ranieri,Santanelli e lo stesso Ruccello. Dopo questo prezioso riferimento storico ritorniamo al dunque. Accetto il ruolo ma dopo il debutto lo spettacolo per vari motivi si ferma all’unica replica fatta a portici. Io e i colleghi delusi e amareggiati decidiamo di metterci assieme e riprendere il lavoro senza produzione e solo con la passione e la volontà che ci spinge a fare questo lavoro (?). Decidono di affidare a me la regia (perchè il più anziano del gruppo -secondo una visione arcaica sarei il più esperto). ma le smanie di una classica messinscena mi stanno strette.
Mi sembra di ricalcare voci, stili e regie gia viste tante volte e tutte di mirabile grandezza. Allora mi lascio provocare da una fulminea idea. Perchè non farlo diventare un esercizio di stile per quattro attori che interpretano tutti i personaggi di questo straordinario dramma? È il gioco delle parti di tutti e di nessuno, una semplice ma articolata prova d’attore che rimanda loro stessi, attori e personaggi, alla solitudine che il tempo e il teatro li ha relegati facendoli sentire il “tutto di niente ed il niente di tutto”. Il resto lo scoprirete guardando perchè a mio avviso il teatro comunica ma non si spiega.”

EXPLODING PLASTIC WARHOL AL TRAM

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Da  giovedì 12 a domenica 15 ottobre a Napoli 

Seconda settimana di repliche

Drammaturgia e regia Mirko Di Martino
Con Orazio Cerino, Titti Nuzzolese, Angela Bertamino, Antonella Liguoro, Dario Tucci
Produzione Teatro dell’Osso
In collaborazione con Vissi d’Arte Festival

Il TRAM si trasforma in un locale underground della New York degli anni della Pop Art per accogliere l’ultimo grande spettacolo di Andy Warhol. Le superstar della Factory sfilano davanti al pubblico per raccontare il successo e il fallimento, l’arte e la droga, la musica e il denaro: le contraddizioni che resero grande l’arte di Warhol e di-strussero le vite di chi gli stava intorno.

Chi è Andy Warhol? Il più grande artista del Novecento, ovviamente. Oppure no? E’ forse il pittore più famoso della pop art? O è l’icona della New York degli anni ’60? Chi è davvero Andy Warhol? Mai nessun artista è stato così famoso come lui e mai nessuno è stato così criticato e osannato, incompreso e deriso, adulato e strapagato, amato e odiato. Tutti conoscono i dipinti di Warhol, i suoi barattoli di zuppa Campbell, le sue Marylin, le sue scatole Brillo, i suoi fiori e le sue mucche. Ma non basta: tutti conoscono anche Andy Warhol, anzi, la sua immagine è forse perfino più famosa delle sue opere. Eppure, in lui c’è qualcosa che sempre sfugge, qualcosa che si ancora si nasconde al di sotto della parrucca bionda, dietro gli occhiali da sole, oltre le pose da divo.

Warhol ripeteva sempre: “Se volete conoscere Andy Warhol, tutto quello che dovete fare è semplicemente osservare la superficie di tutto quello che mi riguarda e mi circonda, le mie opere, i miei film e me stesso. Eccomi qua, non c’è nulla di più di quel che si vede”. Aveva ragione, ma non diceva la verità: Warhol lavorò tutta la vita a costruire un’immagine di se stesso che fosse il più vicina possibile a come lui voleva che fosse. Nella sua figura, verità e menzogna si confondevano continuamente: gli aneddoti biografici ben presto cominciarono a rincorrersi e a contraddirsi, le storie che lo riguardavano si svilupparono, crebbero, si gonfiarono. La realtà diventò leggenda, l’artista diventò mito.

A trent’anni di distanza dalla sua morte (22 febbraio 1987), abbiamo pensato di raccontare Warhol a partire da Warhol, mescolando la sua biografia reale e quella inventata. “Non si butta via niente”, diceva Warhol riguardo alle sue creazioni: noi facciamo lo stesso. Utilizziamo i suoi scritti, le sue opere, e ciò che tanti hanno scritto di lui, nel bene e nel male.

Ne viene fuori un ritratto complesso di un uomo alle prese con le sue paure, di un artista innamorato del successo, di un’icona che riuscì a creare un prima e un dopo Warhol, un “before/after”, riprendendo il titolo di uno dei suoi primi dipinti. Ma uno spettacolo che racconta Warhol non può non interrogarsi su quale sia il modo giusto di raccontarlo: sono passati trent’anni dalla sua morte, ma la suggestione della sua arte resta ancora fortissima. Il nostro spettacolo è contamina arte, parola e gesto in un gioco “dentro/fuori”, “vero/falso”, in cui il pubblico potrà riconoscere, oppure no, l’uomo che tutti conoscono.
Dichiara il regista:

“Siamo felici di poter inaugurare la seconda stagione del TRAM con uno spettacolo dedicato a Warhol che ci permette di unire arte, teatro e cultura. Si tratta di una tappa importante per noi perché rappresenta il primo spettacolo nato e realizzato appositamente per il TRAM, con un allestimento suggestivo e non convenzionale che si avvale della collaborazione prestigiosa dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Proviamo a raccontare Warhol al di là di Warhol, cerchiamo l’uomo che si nascondeva dietro la maschera, l’artista che indossava ogni giorno il costume da star. Warhol lavorò tutta la vita a costruire un’immagine di se stesso che fosse il più possibile vicina alla sua immagine pubblica.

Cercò di diventare piu famoso dei suoi stessi dipinti, e ci riuscì, ma a costo di sacrificare una parte importante della sua vita. Lo immaginiamo, allora, in un serrato confronto con alcune delle persone che vissero con lui negli anni Sessanta per periodi più o meno lunghi: Edie Sedgwick, Freddy Herko e Valerie Solanas. Erano le sue Superstar, personaggi insoliti, artisti ed emarginati che per un breve periodo risplendettero di luce intensa, per poi spegnersi tragicamente.

Warhol li usò per i suoi scopi e li abbandonò quando non gli servivano più, o forse furono loro a servirsi del suo successo. Ma a quale prezzo si diventa un artista famoso? A cosa bisogna rinunciare per ottenere ciò che si vuole? Sono le domande a cui proviamo a dare risposta con questo spettacolo. Gli attori recitano su una lunga pedana, alta venti centimetri, che attraversa in lungo tutto il TRAM, dall’ingresso fino al palcoscenico. Il pubblico è seduto su due file di sedie disposte lungo i lati della pedana.

Warhol, sempre in scena, incontra volta per volta le tre Superstar, che raccontano in tre momenti la propria storia e il proprio rapporto con Warhol. Una figura che indossa il costume di Marilyn (la Marilyn di Warhol, il modello della Star) rappresenta un’intensa accusa a Warhol, la voce forse del suo inconscio che lo obbliga a confrontarsi con le sue colpe. ”

 TRAM:   Via Port’Alba 30 – NAPOLI

Vernissage: “Gli Artisti non hanno segreti”

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Mostra del pittore Alfredo Troise e dello scultore Domenico Sepe

Venerdì 13 ottobre alle ore 18:00 al WeSpace, Napoli

Ingresso Gratuito

 

Gli artisti non hanno segreti, una mostra di Alfredo Troise pittore e Domenico Sepe scultore che venerdì 13 ottobre al centro culturale WeSpace sarà presentata ufficialmente al pubblico.

Gli artisti creeranno davanti agli occhi del pubblico presente, in un incontro di opinioni, tecniche e segreti ad alta voce.

Le loro opere e risponderanno alle domande della gente.

“Un blocco d’argilla che si trasforma, un quadro che prende vita, utopia ieri realtà oggi.”- si legge in una nota sui social.

Inizio alle ore 18,00 con ingresso gratuito.

 

Gli artisti

Alfredo Troise nasce il 25 Luglio 1976 a Napoli e da sempre vive ad Arzano periferia Nord di Napoli.

All’età di 6 anni manifesta i primi sintomi di un disturbo neurologico che segnerà tutta la sua vita, ponendolo in una grande situazione di disagio relazionale: La sindrome di Tourrette.

Non molto nota, la sindrome di Gilles de la Tourette prende il nome dal neurologo francese che la descrisse per la prima volta nel 1885 e, anche se non identifica una specifica malattia o un preciso vulnus neurologico, presenta un quadro comportamentale caratterizzato da diverse manifestazioni ricorrenti: movimenti involontari del corpo e/o facciali; tic di tipo vocale o verbale che possono variare dalla ripetizione di una parola fino all’incoercibile pulsione a proferire espressioni o parole imbarazzanti e/o volgari (coprolalia e copro prassia).

I soggetti tourettici sono persone creative e convogliano, spesso, la propria “tensione emotiva” nello sport o nell’arte. Infatti, la sindrome sembra influenzare una propensione all’attività investigativa e alla ritmica musicale, non a caso, Mozart, tra i più noti artisti della storia, era affetto da questo disturbo.

Le diverse manifestazioni della sindrome, però, interferiscono con un’adeguata crescita sociale e si accompagnano a numerose frustrazioni. Sono proprio questi disagi che Alfredo Troise intende raccontare nell’“Anema dò Priatorio”: un percorso pittorico che rivela la storia di un uomo come tanti, un martire della discriminazione in una società cieca e sorda di fronte all’ignoto.

Vittima del diniego e dell’ignoranza, Alfredo Troise oggi trova il coraggio di mostrarsi al mondo attraverso le sue opere, esponendo i suoi lavori che meglio lo rappresentano e trovando un filo conduttore tra la sua sofferenza e la tradizione partenopea del culto delle anime purganti che ricercano in Dio un sostegno per affrontare la propria pena.

I suoi quadri sono il racconto di sguardi ossessivi, sguardi negati, sguardi sdegnosi che da sempre lo tormentano costringendolo in una forma di espiazione in Terra, quasi come fosse, a sua volta, un Anima del Purgatorio.

 

Domenico Sepe, nato a Napoli il 7 dicembre del 1977, Domenico Sepe scopre la scultura all’età di 5 anni manipolando oggetti in legno e plastilina realizzando forme vicine alla realtà circostante.

Scultore, pittore, scenografo, si è diplomato al liceo artistico nel 1995 e all’accademia di Belle Arti di Napoli nel 2001, attualmente è docente di ruolo abilitato di storia dell’arte, disegno ed educazione artistica.

Fornitore ufficiale della Real Casa Borbone Due Sicilie, presidente e ideatore dell’associazione culturale, SALOTTO CULTURALE TEMATICO, responsabile della sezione Afragola del Real Circolo Francesco II di Borbone, direttore artistico sez. ARTE del gruppo MASSCIA Afragola  presidente dell’associazione culturale La Fragola Napoli, Afragola (Na).

Sepe guarda con attenzione la scultura del periodo ellenico e svolge diverse ricerche sulle avanguardie contemporanee, è in continua sperimentazione e realizza numerose opere, istallazioni e dipinti dall’informale al figurativo, utilizzando materiali diversi, ferro, acciaio, polistirolo, marmo, legno, resine e soprattutto argilla, ma il materiale che lo caratterizza maggiormente è il bronzo.

 

Lo spazio

Creiamo interferenze tra le arti. Siamo lo spazio della musica, della moda, della pittura, e anche della cucina. Vogliamo essere una vetrina alternativa per tutti quegli artisti che desiderano esprimersi e mettersi in gioco. Ogni nostro incontro vedrà esibirsi linguaggi diversi dell’arte, compresa la cucina d’autore.

Siamo a Quartierino d’autore, in Vico Vasto a Chiaia, via Vetriera.

 

Quando: Venerdì 13 ottobre alle ore 18:00

Dove: WeSpace, Vico del Vasto a Chiaja 52, 80121 Napoli

 

Al Teatro Bolivar stage gratuito “Eduardo sconosciuto” sulla figura e le opere di Eduardo De Filippo

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Opere sconosciute al grande pubblico

Diretto da Enzo Attanasio. Lo stage inizierà il 19 Ottobre

 

Lo stage è un incontro, un approfondimento sulla drammaturgia e l’opera poetica dell’autore partenopeo,

Eduardo De Filippo, meno conosciuta e sconosciuta al grande pubblico.

Lo stage è anche e soprattutto la messinscena di una sua opera mai rappresentata, allestita con la collaborazione creativa di tutti i partecipanti allo stage.

Di questo geniale drammaturgo, rappresentato in tutto il mondo ancora oggi con grande successo, si conoscono poche opere, capolavori di drammaturgia, di scrittura scenica e di grande valore letterario.

Eduardo scrisse cinquantacinque testi teatrali editi e molti altri inediti, decine di poesie e poemetti.

Scrisse e realizzò anche molte altre opere come originali televisivi, libretti d’opera, adattamenti di testi classici, di cui ovviamente molto poco si sa. Il pubblico, ma anche gli addetti ai lavori e chi si avvia alle professioni dello spettacolo, al mestiere dell’attore, sanno davvero poco dell’opera omnia.

Le sole opere più famose non raccontano a tutto tondo la personalità del drammaturgo, il suo spessore di livello internazionale, al pari di giganti come Cechov.

Questo stage, svolto con leggerezza, in modo informale, sempre comprensibile a tutti, così come era per il teatro del Nostro, ci farà scoprire e valorizzare opere che vengono ritenute minori, forse perché non completamente risolte, come si usa dire in teatro. Eppure alcune di esse risultano necessarie per apprezzare a pieno il percorso dell’autore, il valore dell’attore e regista.

Lo stage ha inoltre il preciso intento di smitizzare l’aura da monumento che Eduardo ha via via assunto, prima e dopo la morte, scrostare dalla sua figura di grande autore del novecento tutto il contrabbando, gli equivoci, le cattiverie vere e presunte, sulla sua opera e la sua personalità.

Cercando una vera comprensione dello scrittore e drammaturgo, forse scoprendo proprio un Eduardo sconosciuto.

Eduardo è anche poeta, in molti casi usa la poesia a supporto della ricerca essenziale di una verità scenica forte, alta.

Il poemetto Baccalà scritto nel 1949 e appunto sconosciuto al grande pubblico, è il punto di partenza e di arrivo della parte scenica dello stage. I temi trattati sono la guerra, tragedia e flagello del genere umano e la follia, purtroppo sempre attuali.

Con uno sguardo speciale rivolto alla nostra città, Napoli, microcosmo nel quale ambienta e descrive la storia di Gennarino detto Baccalà. Un folle con un grande cuore, a cui la follia ben più grande e maligna della guerra, porta via tutto. Enzo Attanasio diventa narratore in scena, cantastorie e moderno clochard in una discarica umana, attorniato da barboni che ascoltano, sorridono, “sfottono”, piangono.

Una storia del dopoguerra raccontata oggi, tragicamente odierna, che coinvolge il pubblico, anche in modo fisico, lo emoziona, lo fa ridere e piangere e cantare in un finale tutto da scoprire.

Alla nuova messinscena prodotta dallo stage è propedeutica la visione del poemetto sotto forma di monologo.

L’allestimento sarà arricchito dalle musiche originali di Marco Zurzolo, l’ideazione scenica di Tonino Di Ronza,i costumi di Annalisa Ciaramella, la regia di Enzo Attanasio, ma soprattutto dalle interpretazioni di tutti gli stagisti che a mò di spettatori attivi, moderno coro greco, vivranno e ci faranno vivere la storia di Baccalà.

Lo faranno in versi, prosa, musica, balli e lazzi, come in un concerto per voci e movimenti scenici, un racconto napoletano e universale, violento e tragicomico.

Lo spettacolo, autorizzato nel 2012 da Luca De Filippo, è il risultato del lungo e appassionato lavoro di studio sulla drammaturgia e la poetica di Eduardo, tutto riversato in questo atto unico assolutamente inedito.

Ad ogni stage con un nuovo gruppo di partecipanti, si arricchisce delle loro emozioni, il loro punto di vista e tutto quello che sanno donare e ricevere nel lavoro fatto insieme.

Lo stage è già stato realizzato in scuole di teatro, laboratori di recitazione, scuole ed accademie di danza e canto.

Online il videoclip “Quattro giorni” del Delirio Creativo con Gianni Lamagna

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Dal 24 ottobre al teatro Palcoscenico riprende il laboratorio diretto da Raffaele Bruno

 

È online il videoclip “Quattro giorni”, terzo singolo estratto da “Fragili Anime Guerriere” (uscito a maggio per edizioni Graf) di Raffaele Bruno e Delirio Creativo.

Special guest del brano sulle quattro giornate di Napoli è Gianni Lamagna. “Quattro giorni” è dedicato a Maddalena Cerasuolo che si distinse in occasione degli scontri armati avvenuti nel quartiere Materdei per impedire che i tedeschi depredassero una fabbrica, e vede il coinvolgimento del figlio Gennaro Morgese membro dell’ANPI.

«Le quattro giornate di Napoli – così Raffaele Bruno – sono state “innescate” dalle donne.
Senza il loro umano eroismo due generazioni di napoletani sarebbero state spazzate via
e oggi noi, loro figli, non saremmo esistiti. Queste donne, le donne delle quattro giornate non sono donne qualsiasi, sono le mamme di tutti noi».

Officina d’arte multiforme che porta il fascino dello spettacolo dove ancora non c’è, il “Delirio creativo” è un laboratorio impegnato da oltre 10 anni nell’ideazione e improvvisazione teatrale con un occhio sempre attento alla realtà sociale cittadina. La nuova stagione del “Delirio Creativo”, diretto da Raffaele Bruno prenderà il via martedì 24 ottobre alle 20.30 presso il Teatro Palcoscenico in via Gaetano Argento 54, nei pressi di Piazza Carlo III (ingresso libero).

Oltre ad esporre il programma per i nuovi iscritti o semplici spettatori, sarà possibile assistere a una vera e propria performance live, “Il rito del Delirio Creativo”, come dimostrazione delle attività che accompagneranno gli allievi durante l’intero anno accademico che avranno come “professori” oltre a Raffaele bruno, Federica Palo, regista e attrice e Silvia Romano direttrice musicale. Al termine dell’evento ci saranno taralli e vino per tutti.

Come ogni anno ci saranno numerosi e prestigiosi ospiti della scena musicale campana che animeranno il rito interagendo con gli allievi. Inoltre sono previsti per approfondire ed arricchire la formazione una serie di incontri/workshop con registi e attori, tra i quali Antonello Cossia, Salvatore Cantalupo, Stefano Miglio, Alessandro Bolide, Adriana Follieri e Aniello Nigro.

Video

https://youtu.be/cEFdsvBpgKc

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