giovedì, Novembre 28, 2024
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Anziani legati e sequestrati in casa di riposo a Salerno: 10 indagati

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CASA DI RIPOSO SALERNO
CASA DI RIPOSO SALERNO

Alcuni anziani ospiti di una casa di riposo legati alla sedia a rotelle o al letto con stracci e vecchi maglioni.

È uno degli aspetti che emergono da un’inchiesta della Procura di Salerno che ha portato, oggi, i carabinieri del Nas di Salerno, insieme con i militari dell’Arma del Gruppo tutela salute di Napoli e del Comando provinciale, a eseguire un’ordinanza del gip salernitano che applica dieci misure cautelari (tra arresti domiciliari, obbligo di presentazione alla pg e divieti di esercitare imprese o professioni) per reati di sequestro di persona e maltrattamenti, in alcuni casi aggravati dall’aver commesso i fatti in danno di persone disabili, di aver approfittato di circostanze di persona tali da minorare la privata difesa che, per le loro condizioni psichiche, familiari e sociali, non potevano chiedere aiuto o denunciare l’accaduto.

“Fatti questi – si legge in una nota della Procura di Salerno – che si sarebbero verificati nella struttura residenziale Istituto Europeo della Terza Eta’”. Per chi indaga, alcuni anziani ospiti sarebbero stati legati alla sedia a rotelle o al letto con stracci e vecchi maglioni, lasciati nel letto intriso di urina o solo con il pannolone. Dalle indagini sarebbero venute fuori, inoltre, gravi deficienze della struttura, sia in termini di carenze nell’organico da punto di vista numerico che di qualificazione professionale, sia da un punto di vista strutturale per riscaldamento non funzionante e mancanza di acqua calda. “Sarebbe emersa – viene spiegato – una gestione volta alla massimizzazione dei profitti, motivo per il quale venivano ospitati anziani affetti da qualsiasi patologia, alcuni anche in fin di vita”. In questo contesto, sarebbe emersa la figura di Sante Sica (per il quale il gip ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari), il quale, sebbene privo di cariche formali, sarebbe stato il dominus della struttura.

Quanto agli altri indagati, il gip ha disposto, per uno, la misura del divieto di esercitare imprese e di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche e imprese; per un altro, l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria; per gli altri sette, il divieto di esercitare la professione di operatore sociosanitario per un anno.

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Vomero: accoltellato 21enne per motivi di viabilità

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VOMERO ACCOLTELLATO
VOMERO ACCOLTELLATO

Accoltellato alla gamba nel corso di una lite scoppiata per motivi di viabilità. È accaduto poco fa a Napoli, in via Morgen quartiere Vomero.

Secondo quanto al momento ricostruito dai Carabinieri, un 21enne incensurato era a bordo del suo scooter e avrebbe discusso con un altro motociclista, verosimilmente per motivi di viabilità.

Quest’ultimo lo avrebbe colpito alla gamba con un coltello. Il ventunenne è stato portato in ambulanza al Cardarelli, in attesa di referto. Sono in corso le indagini per identificare il responsabile e chiarire la dinamica.

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Comando Provinciale Carabinieri Napoli, Generale Scandone lascia

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generale scandone carabinieri
generale scandone carabinieri

Lotta alla camorra e alla criminalità comune, al traffico della droga, ma anche il contrasto alla violenza minorile e alle truffe agli anziani, reato – quest’ultimo – definito “tra i più odiosi”.

Dopo tre anni alla guida del comando provinciale dei Carabinieri di Napoli, il generale di brigata Enrico Scandone, torinese ma la sua famiglia è originaria della Campania, lascia il capoluogo partenopeo per assumere la guida del Comando della Legione Emilia Romagna.

L’ufficiale – che ha coordinato il lavoro di 3.600 uomini dell’Arma impegnati nel napoletano – ha oggi salutato i giornalisti con i quali nell’ultimo triennio c’è stato un confronto quotidiano. Giunto a Napoli subito dopo la prima fase dell’emergenza Covid, Scandone ha tracciato un bilancio di tre anni di attività in una città, ha sottolineato deciso, che “non è meno sicura di altre grandi metropoli”. Un’azione resa possibile, ha aggiunto, grazie al lavoro di squadra portato avanti con tutti i carabinieri presenti nei reparti dei presidi territoriali dell’Arma nel napoletano.

Negli ultimi tre anni sono stati arrestati 55 latitanti ed eseguite centinaia di ordinanze di custodia cautelare. Un bilancio positivo nel quale si evidenzia l’istituzione della Compagnia dei Carabinieri a Caivano e dove è stato fatto un lavoro a tutto campo che ha portato all’azzeramento delle 24 piazze di spaccio della droga che si contavano al Parco Verde. Ed episodi come le violenze sulle due cuginette di Caivano, ha ammesso Scandone, da investigatore e da cittadino, “ti lasciano l’amaro in bocca”.

Questa città mi ha dato tantissimo. Ed ho avuto la fortuna di essere al comando di una squadra di professionisti, che hanno fronteggiato le emergenze ma anche l’ordinarietà di questo territorio. Spesso si parla solo di emergenze ma c’è una quotidianità che esula da fatti criminali nella quale i carabinieri sono accanto ai cittadini“, ha detto ancora Scandone, evidenziando che si è lavorato sempre fianco a fianco con la magistratura, la prefettura e le altre istituzioni del territorio.

Non possiamo nascondere che ci sono tanti problemi – ha proseguito – e si continuerà a lavorare non solo dal punto di vista di prevenzione e repressione ma soprattutto in termini sociali“. Su uno dei fenomeni più allarmanti, e cioè la diffusione delle armi tra i giovani, il generale Scandone ha ricordato che due anni fa “è stata avviata una campagna nelle scuole, nei centri di aggregazione con lo slogan ‘No alle armi, la prima vittima sei tu’. Oggi ci sono tanti giovani che hanno il falso mito che avere un coltello in tasca può darti forza. Invece non è vero: portare un’arma può creare – e spesso crea – problemi ad altri e a chi la porta”. Ma un ruolo proattivo dovrà essere svolto soprattutto della famiglie perché, ha detto, anche “in questo caso è necessario fare squadra“.

Alla guida del Comando provinciale di Napoli dell’Arma da lunedì ci sarà il generale di brigata, Biagio Storniolo.

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Targhe polacche: denunce e sequestri tra Napoli e provincia

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TARGHE POLACCHE
TARGHE POLACCHE

Nei giorni scorsi, militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli hanno incentrato i controlli di polizia economico-finanziaria sul corretto utilizzo delle targhe straniere.

Le Fiamme Gialle del Gruppo di Frattamaggiore, a seguito di attività info-investigativa, hanno intercettato, in un centro di spedizione a Casoria, un pacco proveniente dalla Polonia, al cui interno erano custodite 21 targhe automobilistiche di nazionalità polacca, 14 carte di circolazione e 6 contratti di compravendita, destinato a un uomo residente a Napoli, titolare di un’agenzia di pratiche auto.

L’agenzia avvalendosi di una società polacca, cessata nel 2020, provvedeva a farsi spedire le targhe estere da apporre sui veicoli che prima però venivano cancellati dal Pubblico Registro Automobilistico italiano e pur non avendo mai lasciato il territorio italiano, venivano immatricolati in Polonia. Questa proceduta risulta essere così un falso.

Come recita la nota dalla Guardia di Finanza, questa attività è un «indebito risparmio sulla tariffa assicurativa obbligatoria, che a Napoli è la più alta d’Italia». Inoltre è utile per eludere eventuali sanzioni per le violazioni al codice della strada a carico del conducente.

Il materiale e la documentazione sono stati posti sotto sequestro e il responsabile è stato denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord per truffa e ricettazione.

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Castelvolturno: 17enne sferra un pugno alla Preside, denunciato

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DIRIGENTE SCOLASTICA AGGREDITA
DIRIGENTE SCOLASTICA AGGREDITA

Incredibile episodio di violenza a Castelvolturno, presso l’Istituto Statale di Istruzione Superiore “Vincenzo Corrado”. Un 17enne ha aggredito la Dirigente Scolastica sferrandogli un pugno alla tempia.

L’episodio è avvenuto lunedì mattina, la dirigente scolastica si trovava nel corridoio dell’edificio, quando si è sentita chiamare da un ex alunno di quell’istituto, che dall’atrio ha iniziato ad inveire contro la donna, dirigendosi verso di lei.   Intimorita, la Preside si è diretta nel suo ufficio dove è stata raggiunta dal ragazzo. Una volta all’interno, il 17enne ha afferrato una sedia dell’arredo scaraventandola violentemente a terra per poi colpire, con un violento pugno alla tempia, la Preside.

La donna si è rifugiata nell’ufficio del segretario, allertando i Carabinieri. Nel mentre è arrivata anche al madre del 17enne a dare manforte al figlio. I militari hanno denunciato il 17enne. La Dirigente è stata medicata in pronto soccorso ed ha ricevuto una prognosi di cinque giorni.

Il ragazzo lo scorso anno si era ritirato dalla frequenza scolastica e ora pretendeva di essere ammesso e frequentare il terzo superiore con “indirizzo sala”. Cosa vieppiù impossibile perché quell’indirizzo quest’anno non era stato autorizzato. Ma al ragazzo era stato proposto di frequentare il corso serale nel vicino istituto di Castel Volturno Pineta Mare,  proposta rifiutata e che ha scatenato poi la violenza.

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Casoria: spari contro un circolo ricreativo

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CASORIA
CASORIA

I Carabinieri della Compagnia di Casoria sono intervenuti la notte tra Domenica e lunedì in via Silvio Pellico.

Come riporta “Cronache di Napoli” sono stati ritrovati almeno quindici fori d’arma da fuoco nella saracinesca di un circolo ricreativo. Sono stati svolti i rilievi e visionati i filmati delle immagini delle telecamere installate in zona. Al momento l’ipotesi è quella di un avvertimento o di un atto intimidatorio, il modus operandi è quello tipico della criminalità organizzata.

Appena mercoledì scorso a Casoria si era svolto un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal Prefetto di Napoli, Michele Di Bari, dove si è analizzato l’episodio dell’accoltellamento nella zona commerciale di un giovanissimo calciatore della Salernitana Under 15.

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Disposti gli arresti domiciliari per Franco Alfieri

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FRANCO ALFIERI
FRANCO ALFIERI

Il Tribunale del Riesame di Salerno ha disposto gli arresti domiciliari per Franco Alfieri, presidente della Provincia di Salerno e sindaco di Capaccio Paestum (al momento sospeso), coinvolto tra gli altri insieme con la sorella Elvira (attualmente ai domiciliari).

L’inchiesta della Guardia di Finanza ipotizza i reati di turbativa d’asta e corruzione. I legali di Alfieri, gli avvocati Domenicantonio D’Alessandro e Agostino De Caro, avevano chiesto l’annullamento dell’ordinanza della misura cautelare in carcere. Nella serata di lunedì è giunta la comunicazione ai legali.

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Napoli: omicidio Francesco Pio Maimone, sconto di pena per il custode della pistola

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Omicidio dell’innocente Francesco Pio Maimone: in appello arriva lo sconto di pena per il custode della pistola. Nella serata di ieri, i giudici della quinta sezione della Corte d’Appello di Napoli hanno condannato a 4 anni di reclusione Rocco Sorrentino, il giovane del quartiere Barra ritenuto l’uomo che fece sparire la pistola con la quale Francesco Pio Valda avrebbe ucciso il giovane aspirante pizzaiolo agli chalet di Mergellina il 20 marzo 2023.

Assistito dall’avvocato Antonio Usiello, Sorrentino ha ottenuto la riduzione della pena da scontare, che dunque scende da 6 a 4 anni di reclusione. Lui è l’unico imputato ad aver scelto di essere giudicato con rito abbreviato.

Confermate le accuse di aver detenuto l’arma per conto del gruppo Valda, Sorrentino è stato condannato al pagamento delle spese processuali sostenute dalla parti civili costituite nel presente grado di giudizio, rappresentate dall’avvocato Sergio Pisani, e della Fondazione Polis.

Secondo l’accusa, Rocco Sorrentino era presente sul luogo dell’omicidio quella sera, quando il gruppo Valda ebbe una lite per un pestone su una scarpa e il killer impugnò la pistola sparando ad altezza d’uomo.

La sua presenza è confermata da alcuni frame dei video acquisiti nel corso delle indagini. L’arma, poi, fu affidata proprio a Sorrentino che la fece sparire, come ricostruito dalle indagini della polizia.

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Napoli: Giuseppe Scuotto ucciso in agguato di camorra, due arresti dopo oltre 20 anni

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Fu ucciso in un agguato di chiara matrice camorristica mentre percorreva corso Novara, a NAPOLI, a bordo di un ciclomotore. La Polizia di Stato, oltre venti anni dopo, ha arrestato due persone: sono accusate di essere gli esecutori materiali dell’omicidio di Giuseppe Scuotto avvenuto nel maggio del 2000.

Le attività di indagine condotte dal personale della Squadra Mobile della Questura di NAPOLI, sono state riaperte nel novembre 2022 a seguito di alcune dichiarazioni di collaboratori di Giustizia e di nuove emergenze investigative e, così, è stato ricostruito quanto successo.

In particolare, partendo dalla documentazione risalente a ventidue anni prima, gli investigatori della Squadra Mobile hanno fornito ulteriori riscontri a quanto già documentato in passato, con il supporto di moderne tecnologie di indagine – come le intercettazioni telematiche – riuscendo ad acquisire nuovi e gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati.

Nello specifico, i destinatari del provvedimento – già affiliati ai clan Licciardi e Contini – avrebbero commesso l’omicidio nell’ambito di una ‘epurazione’ interna riconducibile alla presunta gestione, da parte della vittima, di alcuni affari illeciti senza l’autorizzazione dei vertici del clan, oltre che alla paventata possibilità che Scuotto volesse intraprendere un percorso di collaborazione con la giustizia.

La vittima, che all’epoca dei fatti era assurto al rango di capo zona – per conto del clan Contini – nel quartiere del Vasto, aveva, infatti, riunito intorno a sé alcuni giovani affiliati che condividevano le stesse mire espansionistiche, finalizzate al controllo del territorio e alla gestione delle attività criminali, in aperto contrasto con le direttive dei vertici del clan di appartenenza.

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13enne con mannaia e 14enne con coltello in giro per la città nel napoletano: “Dobbiamo difenderci”

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Poco più che bambini ma già armati. Accade a Pollena Trocchia, in provincia di NAPOLI, dove un 14enne viene trovato in possesso di coltello a scatto lungo 22 centimetri e un 13enne di una mannaia da cucina lunga 27 centimetri.

E quando i carabinieri della tenenza di Cercola hanno chiesto perché avessero quelle armi, loro hanno risposto così: “”Ci dobbiamo difendere, non si sa mai”.

E’ nei pressi di una sala scommesse di via Massa che i militari hanno notato i ragazzini. I minorenni hanno tentato di allontanarsi velocemente ma i carabinieri li hanno fermati e perquisiti.

Da qui la scoperta delle armi, la successiva denuncia e l’affidamento ai genitori increduli per quanto accaduto. Questo è solo l’ultimo episodio che ha visto protagonisti ragazzini armati.

Pochi giorni fa un 16enne è stato trovato in possesso di un coltello a farfalla mentre era in compagnia di altri coetanei a corso Umberto I a Torre del Greco mentre qualche notte fa a Volla i carabinieri della locale stazione hanno denunciato per spaccio e porto d’armi un 17enne incensurato. Il ragazzo fermato in via De Filippo aveva 5 grammi di hashish e un coltello a serramanico “perché la zona non è tanto tranquilla ed è meglio girare armati”.

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